ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




lunes, 25 de marzo de 2013

Rosolino Paternò, soldato - Nanni Loy (1970)


TITULO ORIGINAL Rosolino Paternò, soldato
AÑO 1969
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 101 min.
DIRECCION Nanni Loy
GUION Furio Scarpelli, Age, Nanni Loy
REPARTO Nino Manfredi, Jason Robards, Martin Landau, Peter Falk, Frank Latimore, Corrado Sonni, Lorenza Guerrieri, Milena Vukotic, Anthony Dawson, Franco Balducci, Empedocle Buzzanca, Scott Hylands, Slim Pickens, Mario Maranzana, Renzo Marignano, Orso Maria Guerrini, Bill Vanders, Adalberto Rossetti, Bozena Frait
FOTOGRAFIA Tonino Delli Colli
MONTAJE Ruggero Mastroianni
MUSICA Carlo Rustichelli
PRODUCCION Dino De Laurentis Cinematografica (ROMA), Jadran Film (ZAGABRIA)
GENERO Comedia

SINOPSIS Luglio 1943, in Sicilia. Alla vigilia dello sbarco quattro militari americani e un prigioniero italiano, costretto a far da guida, debbono compiere una pericolosa missione. Su una sceneggiatura poco felice di Age & Scarpelli, Loy sbaglia un film che oscilla tra bellico d'azione, farsa e satira senza trovare la rotta. Manfredi fa quel che può, anche troppo. (Il Morandini)


TRAMA:
Nel luglio del 1943, alla vigilia dello sbarco alleato in Sicilia, il generale americano Maxwell decide di effettuare un'azione di "commando" sulla costa siciliana per distruggere le pericolose postazioni del forte Xifonio. Vengono prescelti per la missione cinque uomini: il capitano Pawney, il sergente Armstrong, il caporale Mellone, il soldato Reggie, e un prigioniero italiano, Rosolino Paternò, costretto a fungere da guida in quanto nativo della zona. Paracadutata in territorio italiano, la piccola pattuglia si riduce immediatamente di una unità per la morte del capitano Pawney, causata dalla mancata apertura del paracadute. Decisi a portare a compimento la missione, i quattro superstiti iniziano la marcia di avvicinamento alle postazioni nemiche e, dopo lunghe vicissitudini, giungono in vista dell'obiettivo. Perduto anche Reggie in uno scontro con i nazifascisti, la ridottissima pattuglia penetra finalmente all'interno del forte, dove però l'attende una grossa delusione: i cannoni che si sarebbero dovuti distruggere sono stati trasferiti da tempo in Africa. Per dare un senso alla loro missione, i tre decidono di far saltare ugualmente il forte, allo scopo di risparmiare alla popolazione un ulteriore bombardamento della zona. Ma anche questa iniziativa si rivela inutile: il comando alleato, privo di notizie sull'esito della missione, ha già dato disposizione di bombardare la costa. Laceri e feriti, Armstrong, Mellone e Paternò assistono sconcertati all'avanzata delle truppe alleate.

NOTE:
- IL FILM ERA STATO ANNUNCIATO CON IL TITOLO 'LA GUERRA E' L'ANIMA DEL COMMERCIO'.- REGIA DELLA SECONDA UNITA': LEOPOLDO SAVONA.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=8989&film=Rosolino-Paterno-Soldato
---
Rosolino Paternò soldato... (1970) [4 errori]
Continuità: [N°94638] Lo stravagante capitano monco interpretato da Peter Falk inizia il giro all'interno della base in cerca di candidati per la missione. Quando mette alla prova il primo andando a tutta velocita' verso di lui, Jason Robards e' sull'attenti con l'attrezzatura da lancio prima lontana dai piedi poi vicina poi di nuovo lontana.

Continuità: [N°94639] L'esperto in comunicazioni e' intento a istruire le truppe sui segnali luminosi. Chiama ad alta voce la recluta che vuole testare, tale "Mallory". Costui si fa avanti, ma alle sue spalle transitano dei camion che non erano di passaggio un istante prima.

Continuità: [N°94640] Al momento della partenza, il capitano controlla se le truppe siano opportunamente equipaggiate. Alla domanda "sigarette italiane?", il soldato lascia cadere il pacco, ma allo stacco ritorna a reggerlo ex abrupto.

Continuità: [N°94641] Sull'aereo i soldati si preparano per il lancio agganciando i moschettoni. Sul finire della prima inquadratura in cui cio' avviene, Peter Falk in fondo alla fila si gira e la cinghia gli passa sotto il collo (visivamente molto fantozziano, sembra che ci si debba strozzare da un momento all'altro). Nello shot seguente le cinghie sono posizionate diversamente, e il fenomeno si ripete successivamente.
http://www.bloopers.it/testo/index.php?id_film=12287&Lettera=R


Intervista a Furio Scarpelli       
Tratta da "Nanni Loy, un regista fattapposta" (Tredicilune, CUEC editore, 1996)  di Maria Paola Ugo e Antioco Floris
...
Come tutti anche Nanni Loy doveva combattere con il fato della realizzazione, con l‘ignoranza e la pavidità della produzione, con la mancanza di apporti che provengono da fuori del cinema, come la narrativa e il teatro. In America invece si usa molto desumere sceneggiature da racconti e commedie. Lui sapeva bene che gli apporti nel cinema sono di provenienza extracinematografica. E che troppo spesso qui da noi si vedeva e si continua a vedere anche oggi o racconti senza significati o significati senza racconti. Questo è un momento in cui prevale la seconda maniera che forse è anche più accettabile della prima. Descrizione e significati, però il racconto non c’è. Ma questa è una carenza che probabilmente fa parte della nostra non tradizione a narrare. Il film "Rosolino Paternò soldato" inizialmente doveva farlo Hiller, solo in seguito passò a Nanni Loy. Abbiamo lavorato tanto tempo con Arthur Hiller, poi invece - non mi ricordo perché -, con De Laurentiis non si trovarono. Il film piacque a Nanni Loy. La gestazione fu lunga perché De Laurentiis ne voleva fare un film non soltanto all’americana ma un film italo-americano e probabilmente l’operazione non riuscì. La matrice, il seme è uno, anche il seme di una quercia è una ghianda, non possono essere due. Quindi il film restò italiano nel bene e nel male, con personaggi che erano americani. lo non l’ho più rivisto. Non è uno di quei film di cui c’è un’insistita presenza alla televisione. Ci piacque scriverlo e anche vederlo dopo che fu girato, ma da allora non ne so più niente. Dissero che non aggiungeva nulla rispetto ad altre opere come Tutti a casa? È una iattura tipicamente italiana, io non voglio salvare il livello del film, può darsi che valesse non più di tanto, ma non è lì la questione. Bontempelli scrisse nel 1950 che la dannazione del narratore italiano è che oltre a inventare il romanzo deve inventare il genere a cui farlo appartenere.
Così stanno le cose secondo certa critica: siccome una cosa è già stata fatta, un argomento è già stato trattato, uno stile narrativo è già stato toccato, si deve passare ad altro. Questo significa volere ostacolare la nascita di un genere, questa definizione la intendo in senso alto, nobile. II genere non è manierismo. Sarebbe stato come dire a John Ford: senti adesso di western ne hai già fatto uno o due, basta, non ne fare più. Rosolino non era una scopiazzatura. Nell’ambito di un tipo di racconto bellico era vedere le cose dal punto di vista basso, della cosiddetta povera gente, che è poi quella che ha fatto la guerra, ma in un ambiente, in un settore, in un momento diverso da Tutti a casa: è durante la guerra e non durante lo sfacelo dell’ 8 settembre. Il protagonista voleva somigliare a un tipo di meridionale che era molto più simile a quelli che avevano fatto la guerra precedente, quella del ‘15-’18, che non certo ai giovani meridionali d’oggi. Quindi una componente di mancanza di sapienza esistenziale, candore, ingenuità, sono queste le “doti” che hanno fatto sì che tanti e tanti meridionali siano morti in guerra. Una specie di inadeguatezza ad un ragionamento di ribellione, per acquiescenza, per candore. Questo era forse anche un personaggio di maniera.
Noi ci riferivamo a quello che sapevamo e sentivamo, ma anche il settentrionale era ugualmente sprovvisto di senso critico e dì spirito di ribellione. Nanni Loy intervenne anche nella sceneggiatura, del resto questo è un metodo italiano che ha dato buoni frutti. I mezzi per fare film sono mille, ma facciamo finta che siano due fondamentali. C’è quello di un certo cinema che fanno in America che è desunto al novanta per cento dei casi da commedie o racconti. Allora il cuore dell’opera è già nato al di fuori dell’iniziativa realizzativa di un film. C’è uno scrittore che ha creato una narrazione. Questa opera poi diventa un’impresa cinematografica. Lì la collaborazione può essere anche minima fra regista e sceneggiatore perché in quel caso il regista non deve presiedere alla nascita di un essere che prima non c’era. Ma quando, come avviene in Italia, è lo sceneggiatore che crea la storia oltre a creare la sceneggiatura, è chiaro allora che l’esigenza del regista è quella di essere presente. È chiamato a sua volta ad essere autore, non c’è prima Calver o Miller. L’impresa nasce in quanto impresa cinematografica. Quindi il cinema italiano è più cinema di quello americano. Ciò non toglie che sia più brutto.
...
http://www.cinemecum.it/newsite/index.php?Itemid=338&catid=83&id=2557:da-nanni-loy-qun-regista-fattappostaq-intervista-a-furio-scarpelli&option=com_content&view=article

1 comentario:

  1. Thank you very much , this is one of the most important Cine blog in the web !!!

    Please , I've a request : if you have , could you upload "L'Arbitro" , a very nice italian commedy of '70s , with Lando Buzzanca , great italian actor , unfortunately underestimated .

    Saludos

    ResponderEliminar