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domingo, 9 de mayo de 2021

La mano dello straniero - Mario Soldati (1954)


TÍTULO ORIGINAL
La mano dello straniero
AÑO
1954
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
85 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Soldati
GUIÓN
Giorgio Bassani, Guy Elmes (Historia: Graham Greene)
MÚSICA
Nino Rota
FOTOGRAFÍA
Enzo Serafin (B&W)
REPARTO
Richard O'Sullivan, Alida Valli, Eduardo Ciannelli, Trevor Howard, Richard Basehart, Stephen Murray, Arnoldo Foà
PRODUCTORA
Co-production Italia-Reino Unido; Milo Film, Rizzoli Film, Independent Film Producers (IFP)
GÉNERO
Thriller. Drama

Sinopsis
Roger, un niño de ocho años llega a Venecia para reunirse con su padre, un oficial de la Inteligencia Británica, pero antes de conseguirlo, su padre es secuestrado por unos espías yugoslavos. Con la ayuda de una prófuga istriana, el niño intentará salvar a su padre, corriendo múltiples aventuras para conseguirlo. (FILMAFFINITY)
 
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Più celebrato come infallibile scrittore, Mario Soldati è stato anche ottimo e spesso sottovaluto regista, derubricato inizialmente quale calligrafico adattatore di romanzi e poi scopertosi imprevedibile esploratore di generi. Chiuse anzitempo la carriera dietro la macchina da presa, col corale e definitivo Policarpo, ufficiale di scrittura, ma è negli anni Cinquanta che ha l’occasione di sperimentare quello che è forse il suo film più inaspettato.

Non il migliore: quello è La provinciale, suprema rilettura del testo di Giorgio Bassani. Non il più popolare: tra cappa e spada e parodie alimentari, nulla è così spudorato quanto l’assurdo ed irresistibile La donna del fiume. Non il più nascosto: il primato va al latitante Italia piccola. Ma La mano dello straniero è sicuramente il meno scontato, davvero una chicca affascinante e dimenticata.

Il soggetto porta la firma nientemeno che di Graham Greene, amico di Soldati. Sotto pseudonimo, Greene partecipò ad un concorso per racconti scritti secondo lo stile di Greene, ed arrivò secondo. Per capitalizzare al meglio la genialità dell’aneddoto, Soldati decise di adattare il racconto per il grande schermo, recuperando le atmosfere noir del fosco e bellissimo Fuga in Francia (ma anche del lacustre Malombra…) e probabilmente in discontinuità con i precedenti prodotti di consumo.

Coproduzione britannico-italiana, La mano dello straniero è un film curioso e stranissimo, la cui ambizione coincide sfacciatamente con le suggestioni date dalla recente visione de Il terzo uomo, non fosse altro per le simboliche presenze di Greene, Alida Valli e Trevor Howard. Cast chiaramente pensato in quella direzione: eppure è incredibile pensare che la meravigliosa Alida proprio in quell’anno frequentava Venezia anche in Senso.

Tutto parte dalla vana attesa del figlio di un maggiore inglese che, dopo aver aspettato il padre in un albergo veneziano, si inoltra in una città piena di insidie, che esalta la propria cupezza grazie al plumbeo bianco e nero di Enzo Serafin. Il bambino, vero protagonista del racconto, è la spia della tensione avventuresca tipica di Soldati, che da par suo lo segue nell’ansiosa ricerca con l’affetto del papà e la curiosità del lettore.

Al contempo, è un elemento che conferma ancora una volta l’inclinazione molto americana di questo intellettuale interessato alle possibilità del cinema popolare (l’intrigo giallo con la spruzzata melodrammatica) e altresì convinto di potervi imprimere una sensibilità politica non priva di aspirazioni intellettuali.

Un prodotto che non veicoli necessariamente un messaggio manicheo, ma che attraverso l’uso delle luci che tagliano i volti e le calli, una cura dei dettagli (Sant’Antonio senza testa), un sapiente controllo della messinscena trasmette bene l’idea di un film che sia angoscioso e al tempo stesso appassionante, il cui sviluppo politico è così pesantemente maneggiato da risultare del tutto incomprensibile, e forse proprio per questo ancor più intrigante.

Ma ciò che resta più impresso in questa cupa spy story lagunare praticamente low cost nonostante il prestigioso cast, è la bellissima faccia di Eduardo Ciannelli, che come da copione s’immola ancora una volta al ruolo del cattivo e qui incarna con ipnotica maestria la complessità ideologica ed emotiva di un inquietante nichilista che legge Il tramonto dell’Occidente.
https://lorciofani.com/2018/07/19/italia-50s-2-la-mano-dello-straniero-mario-soldati-1954/

Un film , tre attori e uno scenografo nella programmazione settimanale televisiva relativa al cinema ferrarese. Il film è ‘La mano dello straniero’ (1954) di Mario Soldati che si avvale anche della collaborazione alla sceneggiatura dello scrittore Giorgio Bassani, che vanta una decina di sceneggiature per il cinema. Si tratta di un noir tratto dal racconto omonimo di Graham Greene dove il protagonista è un bambino alla ricerca del padre, un maggiore britannico (Trevor Howard) rapito da una banda di spie jugoslave, in una suggestiva Venezia invernale. Nella ricerca è aiutato da una bella infermiera, profuga istriana (Alida Valli) , ma anche da un ambiguo medico (Eduardo Ciannelli) che tiene prigioniero il padre per motivi di spionaggio. Nella vicenda troviamo anche un Commissario di polizia, che è interpretato dall’attore Arnoldo Foà: il film è in programma nella notte, ore 4.05, tra domani e giovedì su Iris. All’alba di domani (ore 6.35 su RaiMovie), un film con un altro attore ferrarese: ‘I figli di nessuno’ (1951) di Raffaello Matarazzo dove Gualtiero Tumiati riveste il ruolo di Don Demetrio, il sacerdote che induce la contessa a rivelare la verità circa il figlio di Guido e Luisa che lei aveva fatto rapire, facendolo poi credere morto, per impedire la relazione tra il figlio Guido (Amedeo Nazzari) e Luisa, figlia di un operaio (Yvonne Sanson). Un film con scene drammatiche come quelle relative al figlio della coppia (Bruno Olivieri) che ci rimette la vita in seguito a uno scoppio nella Cava di marmo e quelle in cui Amedeo Nazzari ritroverà Yvonne Sanson che intanto si era fatta suora: uno ‘strappalacrime’ popolare di grande successo.
Lo scenografo è Cristiano Taglietti, che dopo essere stato professore al Dosso Dossi, ha studiato scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ed è stato assistente per scenografi e registi, collaborando anche alla realizzazione di ‘Il viaggio di Capitan Fracassa’ (1990) di Ettore Scola in cui ha lavorato come assistente degli scenografi Paolo Biagetti e Luciano Ricceri realizzando i bozzetti di alcune scene: lo si potrà vedere alle 23.15 di venerdì su Cine34. E sabato (ore 11.05 RaiMovie) va in onda il film ‘Urlatori alla sbarra’ (1960) di Lucio Fulci in cui il cantante ferrarese, qui in una delle sue interpretazioni come attore, riveste il ruolo di ‘Satana’, uno dei giovani cantanti (ci sono anche Mina, Joe Sentieri, Adriano Celentano, Umberto Bindi e il trombettista-cantante Chet Baker, detto l’americano per le sue origini) che vedono negata la possibilità di cantare in televisione e per questo organizzano concerticomizi nelle piazze italiane.
Paolo Micalizzi
https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/c-%C3%A8-un-po-di-bassani-nel-film-di-soldati-1.5841186


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