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jueves, 28 de octubre de 2021

Palio - Alessandro Blasetti (1932)

TÍTULO ORIGINAL
Palio
AÑO
1932
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
86 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Alessandro Blasetti
GUIÓN
Alessandro Blasetti, Gian Bistolfi, Luigi Bonelli
MÚSICA
Felice Lattuada
FOTOGRAFÍA
Anchise Brizzi (B&W)
REPARTO
Leda Gloria, Laura Nucci, Guido Celano, Mario Ferrari
PRODUCTORA
Società Italiana Cines
GÉNERO
Drama | Caballos

Sinopsis
Cada verano los barrios de Siena se enfrentan en una carrera hípica. El sorteo de los caballos y la contratación de los mejores jinetes enfrenta a los habitantes de la Lupa y la Civetta. Por los primeros corre Zarre, un hombre de una pieza enamorado de Fiora. Su contrincante es Bachicche, quien se valdrá de los encantos de la cupletista Liliana para vengarse de la derrota que Zarre le infligiera el año anterior. (FILMAFFINITY)
 
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A Siena si corre il Palio. Il fantino della Lupa Zarre è innamorato della contradaiola Fiora che è a sua volta corteggiata dal Capitano della Civetta. Furioso per la gelosia si reca piccato ad un caffè-concerto. Qui si invaghisce della cantante Liliana che dopo essersi accordata col fantino della Civetta Bachicche, tende a Zarre una trappola la sera prima del Palio. Zarre è vittima di un agguato e le bastonate ricevute sembrano impedirgli di poter partecipare alla carriera. Ma il giorno della corsa, mentre è ricoverato in ospedale, udendo il suono di Sunto, Zarre scappa e si precipita in Piazza del Campo per correre e vincere il Palio. Alla gioia per la vittoria si aggiungerà quella di aver ritrovato Fiora.

Primo film nella storia del cinema a portare sul grande schermo il Palio e ad oggi la miglior fiction incentrata sulla Festa tuttavia non scevra da incongruenze nonostante il soggetto e la sceneggiatura scritta dal senese Luigi Bonelli. Lo spettatore attento non può non accorgersi dell’utilizzo dell’idioma fiorentino nel recitato al posto della lingua senese o l'invenzione della rivalità fra la Civetta e la Lupa indotta dalla scelta dei giubbetti con la resa cromatica migliore per la pellicola in bianco e nero utilizzata all’epoca. Oppure la sostituzione di monta dell’ultimo minuto dentro l’entrone appannaggio del fantino Zarre scappato dall’ospedale o alcuni monturati che si sfilano dalla passeggiata storica per andare a bere in osteria o, ancora, le scene più concitate della corsa con le nerbate ricostruite in teatro di posa con cavalli finti. Il racconto si basa su una trama esile incentrata sulla classica storia di amore sviluppata sullo sfondo della rivalità fra Contrade. La scrittura di Bonelli svela i meccanismi che regolano la Carriera, incluso quelli meno trasparenti dei “partiti” fra Consorelle, riuscendo a far trasparire l’autenticità della passione dei contradaioli per i propri colori. Il lungometraggio di Blasetti incarna inoltre lo stereotipo dello stile cinematografico del regime, centrato sull'esaltazione delle tradizioni della cultura popolare nazionale.

I senesi appresero dalla stampa locale a partire dall'estate del 1931 della volontà della casa di produzione Cines di girare un film sul Palio in città. Sulla cronaca locale del quotidiano "La Nazione" fece la sua comparsa la rubrica "un Palio per il cinematografo"ove venivano ospitati interventi dei cittadini e dei dirigenti delle Contrade in merito alla notizia. Il parere dei senesi che si espressero fu raramente favorevole, soprattutto all'ipotesi paventata di far celebrare appositamente una carriera straordinaria in occasione delle riprese. Tra le varie lettere inviate al giornale autorevole quella di Silvio Gigli che invitava il Podestà a vigilare sulla lavorazione affinché non si verificassero storture e mistificazioni interpretative della Festa senese che doveva essere rappresentata con coerenza. Incisivi anche gli interventi di alcuni dirigenti di Contrada come quello del Vicario della Nobile Contrada del Nicchio cavalier Italo Giannini nel manifestare una netta contrarietà all'opera: "non si abusi del Palio: esso è bello nella sua eccezionalità, per la sua tradizione, ma usato a sproposito perde della sua eccezionalità e diventa cosa comune" ("La Nazione", 14 luglio 1931).

La discussione si era animata a tal punto da richiedere le precisazioni del soggettista e sceneggiatore Bonelli che rassicurava nelle stesse colonne del giornale che non si sarebbe perpetrata nessuna azione dannosa per l'immagine della Festa: "sarà di vivo compiacimento per noi senesi il sapere che i magnati stranieri del cinematografo, per accogliere nel loro paese film di produzione italiana, hanno proprio chiesto che si presentassero in forma artistica, le più interessanti e caratteristiche feste del nostro Paese, tra le quali in prima linea, il Palio" ("La Nazione", 9 luglio 1931)

Tuttavia quando la notizia fu diffusa gli accordi fra la casa di produzione Cines e le istituzioni senesi erano già stati presi e risultava difficile tornare indietro. Le trattative erano state portate avanti dall'Azienda di Cura e Soggiorno, dal Comitato Provinciale del Turismo e da alcuni esponenti del Comune con il regista e gli operatori della Cines che avevano già incominciato a raccogliere i materiali. Il 20 luglio 1931 si riunirono a Palazzo Pubblico i Priori delle 17 Contrade, il Rettore del Magistrato delle Contrade conte Guido Chigi Saracini, due rappresentanti della Cines e il suo consigliere delegato. Nella riunione venne ribadito l'impegno degli operatori ad esaltare la Festa senza mistificazioni. La decisione definitiva venne presa in un nuovo incontro effettuato sempre a Palazzo Pubblico il 1 agosto. Le riprese della corsa si sarebbero effettuate regolarmente il 16 sera, mentre la passeggiata storica sarebbe stata anticipata eccezionalmente per l'evento il pomeriggio del 15 prima della prova generale. Le comparse si radunarono infatti a ferragosto alle ore 14 in piazza del Duomo per rendere le consuete onoranze e permettere alla troupe di fare delle riprese inserite nel film. Successivamente il corteo si spostò in Piazza. Il Palio di agosto, contrariamente a quanto si vede nel lungometraggio, fu vinto dalla Nobile Contrada dell'Oca. Molte altre scene furono girate dalla produzione in teatro di posa a Roma.

Una volta montato il film fu proiettato per la prima volta il 19 febbraio 1932 a Roma in occasione dell'inaugurazione del nuovo Cineclub di via Gregoriano, alla presenza del Ministro Bottai. Il 16 marzo ci fu la replica a Siena al Cinema Moderno alla presenza delle autorità cittadine e dello stesso regista Blasetti. La proiezione lasciò complessivamente soddisfatti i senesi presenti e quelli che ebbero modo (e la possibilità) di apprezzare la pellicola durante la regolare programmazione.

Simone Petricci
https://www.consorziotutelapaliodisiena.it/index.php/palio-separ-mobile/cinema-tv-e-doc/167-palio-1932

“Palio” è un film del 1932 diretto da Alessandro Blasetti e ambientato durante il Palio di Siena. La pellicola segna il debutto come attore protagonista del francavillese Guido Celano nella parte del fantino Zarre. Nel film anche la famosissima attrice Leda Gloria, qui alla sua seconda pellicola da protagonista.
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Il fantino della Lupa Zarre è innamorato di una contradaiola, Fiora. Dopo averla vista corteggiata dal Capitano di una Contrada rivale, Zarre si ingelosisce e per ripicca inizia a frequentare la cantante Liliana di cui si invaghisce. Questa però, dopo essersi accordata col fantino della Civetta tende a Zarre una trappola; la sera prima del Palio, dopo aver rotto la storia con Fiora, Zarre si reca da Liliana, ma rimane vittima di un agguato e le bastonate ricevute sembrano impedirgli di poter partecipare alla corsa. Ma la sera successiva, udendo il suono della campana della Torre del Mangia, Zarre si precipita in Piazza del Campo e corre ugualmente per la Lupa vincendo il Palio. Alla gioia per la vittoria si aggiungerà quella di aver ritrovato Fiora.
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Più di ottant’anni prima del documentario di Cosima Spender “Palio” del 2015, Alessandro Blasetti dedica un lungometraggio alla più antica gara equestre del mondo e all’atmosfera che si respira nelle giornate precedenti nelle contrade della città. La grammatica cinematografica delle due pellicole è completamente diversa e anche gli intenti risultano differenti. È interessante però vedere che in questi ottant’anni il mezzo cinematografico si è completamente rivoluzionato, mentre il Palio, ma soprattutto la passione e la dedizione dei senesi rimane immutata, mostrando un legame indissolubile con la propria tradizione quasi millenaria.
https://www.facebook.com/105660354386182/posts/155346372750913/

Trama: Una sciantosa, prezzolata e amica della Contrada della Civetta, riesce ad attirare in una trappola il campione della Lupa per impedirgli di partecipare al Palio. Ma il fantino riesce a liberarsi e ferito e dolorante partecipa al Palio, vincendolo. La vittoria lo aiuta anche a ritrovare l’amore della sua bella.

Note: Girato negli Studi della Cinès. Il film apre con un cartello che recita: L’Anonima Pittaluga presenta / Un film di produzione Cines / eseguito con la cortese prestazione / del Comune / del Magistrato delle Contrade / dell’ Ente di Cura e Soggiorno di Siena.

Note: dalla stampa del tempo: ” E’ una settimana che ci pervengono da varie parti domande per conoscere se sia vero che si sta trattando di far correre un Palio alle nostre Contrade per una Casa cinematografica. Si dice che la cinematografia, oltre a essere una buona speculazione a favore delle Contrade sarà anche una efficace reclame per lo spettacolo, perché sarà fatta “girare” per tutto il mondo. Noi non sappiamo sull’argomento niente di più delle voci che circolano per la città: quindi ai nostri lettori non possiamo dare una risposta precisa.  Data però l’insistenza con cui si parla della cosa, riteniamo che le voci abbiano un certo fondamento. Supponiamo dunque che siano veramente fondate. In proposito, abbiamo anche noi una nostra modestissima opinione che diremo per ultimi. Intanto, poiché il Popolo di Siena è geloso tutore delle sue tradizioni, e specialmente e giustamente del suo Palio, diamo volentieri la parola a chi vorrà dire la propia opinione su questa faccenda che è di interesse eminentemente popolare. E la discussione è apertA. ” ( La Nazione, 8 luglio 1931

Note: dalla critica del tempo: “ Palio è soprattutto una brillante dimostrazione delle capacità stilistiche di Blasetti, del possesso sicuro dei suoi mezzi, (::J la sia descrizione di siena rappresenta il primo contatto del cinema con la più austera tradizione italiana: per la prima volta, si può dire, il cinema sa vedere la bellezza intangibile dell’Italia senza cadere nelle banalità descrittive dei cineasti…turistici. Le prodigiose architetture senesi sono ricreate, rivissute dinamicamente, e la festa italiana è raccontata con un’ariosa e gioiosa prova visuale. Palio è un film che parla italiano, ecco il suo merito stupendo. Ma qui ancora una volta, il soggettista ha giocato un pessimo tiro al Blasetti, e non ci si spiega come questi, col suo temperamento, abbia potuto accettare una trama del tutto priva di requisiti cinematografici.” ( Ettore M. Margadonna, Cinema ieri e oggi, Milano 1932)
http://cortoin.screenweek.it/archivio/cronologico/2009/11/palio.php


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