TÍTULO ORIGINAL
Sesso e volentieri
AÑO
1982
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Separados)
DURACIÓN
101 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Dino Risi
GUIÓN
Bernardino Zapponi, Enrico Vanzina, Dino Risi
MÚSICA
Fred Bongusto
FOTOGRAFÍA
Alessandro D'Eva
REPARTO
Johnny Dorelli, Laura Antonelli, Gloria Guida, Jackie Basehart, Giuliana Calandra, Giucas Casella, Gastone Pescucci
PRODUCTORA
Dean Film, Italian International Film
GÉNERO
Comedia | Película de episodios
"La principessa e il cameriere": dopo essere riuscito a raggiungere una bellissima principessa, il cameriere viene continuamente disturbato nelle sue prestazioni amorose dalle guardie del corpo della stessa.
"Lady Jane": durante la cena in un ristorante, soffrendo di petomania, la moglie d'un ministro provoca imbarazzanti situazioni. Un suo corteggiatore cercerà di toglierla dai guai.
"Domenica in": molti telespettatori, tra i quali una giovane coppia, restano "incatenati" con le mani sopra la testa da un mago a causa di una mancanza di corrente che impedisce la liberazione. Poi si vendicano sul mago.
"Il macho": un giovanotto corteggia il marito d'una giovane signora; egli scopre, suo malgrado, di non essere disinteressato al caso.
"La nuova Marisa": una giovane vedova va ad abitare nell'appartamento lasciato libero da una donna squillo. Dopo le prime reazioni, accetta ben volentieri di sostituirla nel lavoro.
"Radio taxi": una centralinista telefonica usa l'accento professionale nel parlare anche con il marito, che, disperato, si suicida.
"Rasoio all'antica": un cliente corre pericolo di rimetterci la gola, servito da un barbiere geloso che s'infuria con l'amante.
"Armanda e il violinista": Giacomo, impenitente dongiovanni, finge di essere un povero suonatore di violino per raggiungere nuovamente una sua antica amante. E ci riesce.
"L'avventura": uno sconosciuto circuisce una giovane donna, che all'inizio non cede, ma poi capitola.
"Luna di miele": in un lussuoso albergo, una giovane coppia è circuita da un sedicente sceicco arabo, che sfrutta la dabbenaggine dei due colombi.
CRITICA
"Tanti, tanti raccontini come s'usava una volta e come Risi sapeva raccontare una volta. Adesso non più. Restano la superficialità, la volgarità, l'approssimazione, l'ovvietà degli spunti e della realizzazione, spesso e volentieri." (Segnocinema)
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/sesso-e-volentieri/14902/
Dino Risi, un nome da sempre associato a commedie divertenti, eleganti, sottili nell'umorismo ed in grado di far riflettere ridendo (Il Sorpasso, I Mostri, I Complessi, La Stanza Del Vescovo, La Moglie Del Prete, per citarne alcune), oltre a pellicole magari meno ridanciane ma molto importanti nella storia del cinema italiano (una su tutte, Profumo Di Donna). Si fa fatica ad attribuire Sesso E Volentieri (1982) a Risi, un film a episodi bello volgarotto, privo di genio, di inventiva e che soprattutto non fa ridere. All'operazione si prestano Johnny Dorelli, Gloria Guida e Laura Antonelli. Per Dorelli si potrebbe fare lo stesso discorso, difficile imbattersi in un suo film privo di eleganza; la Guida se la cava rimanendo sempre vestita e scansando le situazioni più "pericolose"....che invece vengono lasciate alla povera Antonelli, mortificata in questa pellicola. Dove non è zoccola è ninfomane; i dialoghi che le vengono messi in bocca sono alla stregua dei Pierini di Alvaro Vitali. Soggetto e sceneggiatura vedono impegnati Risi, Zapponi (che aveva lavorato con Fellini, Argento, Salce, Scola, Comencini, Monicelli) e Enrico Vanzina. I maligni individuano in quest'ultimo ovviamente il "colpevole dello scadimento qualitativo e "cultuvale" del film, ma Risi qui è coinvolto in ogni aspetto, e va anche detto che dopo arriveranno pellicole come Il Commissario Lo Gatto, Teresa o film tv come Le Ragazze Di Miss Italia, sicuramente meno volgari di Sesso E Volentieri, ma anche titoli che non ci si sarebbe mai aspettati da Risi. Evidentemente la fase ultima della sua carriera è coincisa con un affievolimento creativo.
Nelle copie in homevideo disponibili sarebbe stato espunto un episodio, "Crociera D'Amore", con Dorelli e la Antonelli. Non se ne sente la mancanza ad onor del vero, visto che i rimanenti sono tutti molto modesti. In tutta sincerità mi sono fatto due risate solo con "Lady Jane", ovvero la povera Margaret Lee costretta a scorreggiare come un'indemoniata al ristorante, mentre un compassato Dorelli evita lo scandalo come può. Una roba da Mariano Laurenti, forse addirittura il punto più basso del film, ma almeno faceva ridere, che vi devo dire. Per il resto, né carne né pesce; il titolo allusivo a situazioni piccanti e pruriginose trae in inganno, perché a parte una tetta della Antonelli e le sue mise in lingerie, non c'è altro; alcuni episodi non riguardano affatto il sesso. La Guida è castissima e Dorelli cerca di non far affondare la baracca come può, ma è decisamente fuori dai suoi ruoli abituali. Interessante la notazione di Giusti nel dizionario Stracult riguardo all'episodio "Domenica In". C'è una sorta di pre-Blob, quando la Guida e Dorelli amoreggiano facendo zapping alla tv, e incastrando tra di loro i programmi (come fa Blob), in modo che frasi sconnesse e "dirompenti" vengano messe in bocca a personaggi irreprensibili. Anche lì però già si nota lo scadimento, dato che le parolacce da subito abbondano. Caruccio anche l'episodio del barbiere Pippo Santonastaso, nei limiti, e lo schiaffone che si becca il santone Giucas Casella. Film evitabilissimo nel panorama della commedia italiana, nonostante i grandi nomi coinvolti. Si sbadiglia veramente troppo.
https://www.cineraglio.it/sesso-e-volentieri/
Del trittico sessuocentrico diretto da Dino Risi, comprendente Vedo nudo del 1969, Sessomatto del 1973 e Sesso e volentieri del 1982, quest'ultimo è sicuramente il meno istruttivo e il più prevedibile. Stranamente è anche il più “abbottonato”: i brevissimi episodi sono giusto un po' più scabrosi dei Caroselli (l'episodio più increscioso è L'avventura, riguardante una presunta ninfomane, in cui comunque fa un cameo soltanto un seno su due di Laura Antonelli).
Messo a confronto con i prestigiosi capocomici dei film precedenti, Nino Manfredi e Giancarlo Giannini, il valoroso Johnny Dorelli ne esce a testa alta: riesce ad essere sempre “distinto”, come gli dice nel secondo episodio Laura Antonelli, anche nei frangenti più “pericolosi”, come il famigerato episodio Lady Jane, in cui la moglie di un ministro (Margaret Lee), affetta da un'incontrollabile petomania, porta aria di tregenda in un lussuosissimo ristorante.
Scegliere l'episodio meno memorabile non è cosa semplice (lo stesso L'avventura se la batte con l'estenuante Rasoio all'antica), ma anche individuare il migliore è un'impresa ardua, perché le scenette sono livellate verso il basso e il tocco di Dino Risi non è avvertibile a occhio nudo. Volendo ancora una volta adoperare l'ottica del guilty pleasure, si può forse candidare Il macho, tra l'altro lo sketch più pertinente in questa sede.
In questo episodio, un impettito e borghesissimo impiegato (naturalmente Dorelli) subisce la pressante corte di un virilissimo omosessuale baffuto (Yorgo Voyagis), con tanto di massiccio fuoristrada che usa per tamponare allusivamente la sua preda.
Questo corteggiamento induce l'impiegato a dei ripensamenti: era entrato in scena con incrollabili certezze, biasimando “lo sfacelo della moralità” («Guarda, ci sono due ragazzi che si baciano!» «Ma no, sono due ragazze»), e ne esce provvisoriamente in preda al dubbio, abbandonando il tetto coniugale per “ritrovare la propria identità”. Lo ritroviamo al supermercato mentre – liberatosi dai vincoli del perbenismo e del familismo – gioca col suo nuovo compagno, il Macho, tra lo sdegno dei presenti, mentre l'altoparlante avvisa che «al banco ortofrutticolo sono arrivati i nuovi finocchi». Un apologo libertario? Un conte philosophique? Macché, tuttalpiù un'innocente barzelletta.
Altrettanto innocente e sciocchino è Luna di miele, in cui un architetto e sua moglie (la simpatica Gloria Guida) barattano la propria virtù con un sedicente nababbo arabo che ha finto di voler commissionare all'architetto stesso la costruzione di una moschea (una situazione abbastanza simile a quella “subita” da Renato Pozzetto in Ricchi, ricchissimi... praticamente in mutande, dove però lo sceicco di turno era rigorosamente omosessuale).
In un'intervista rilasciata a Michele Anselmi de l'Unità, Johnny Dorelli ha affermato di aver richiesto e ottenuto la rimozione, in fase di montaggio, di un episodio che riteneva troppo volgare, in cui interpretava un cantante gay. È sicuramente apprezzabile la delicatezza di Dorelli, ma magari quello sketch avrebbe strappato il film al suo torpore donandogli un turpe momento stracult.
Andrea Meroni
https://www.culturagay.it/recensione/1706
Muchisimas gracias.
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