TITULO ORIGINAL Giorni d'amore
AÑO 1954
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 98 min.
DIRECCION Giuseppe De Santis, Leopoldo Savona
GUION Giuseppe De Santis, Libero De Libero, Elio Petri, Gianni Puccini
MUSICA Mario Nascimbene
FOTOGRAFIA Otello Martelli
PREMIOS 1955: Festival de San Sebastián: Concha de Oro (mejor película)
REPARTO Marcello Mastroianni, Marina Vlady, Giulio Calì, Angelina Longobardi, Dora Scarpetta, Fernando Jacovolta, Renato Chiantoni, Lucien Gallas, Cosimo Poerio, Pina Gallini
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Excelsa Film / Omnium International du Film
GENERO Comedia. Drama
SINOPSIS Dos jóvenes campesinos, Angela y Pasquale, prometidos desde hace varios años, siguen posponiendo la boda por motivos económicos. Contando con la aprobación de las familias de ambos, él decide raptarla con el fin de evitar los gastos de la boda. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Español)
TRAMA:
Due giovani contadini, Angela e Pasquale, sono promessi sposi da alcuni anni. Qualche anno prima, quando è tornato a casa dopo il servizio militare, Pasquale avrebbe voluto sposare Angela; ma al paese le nozze, per essere ritenute valide, devono celebrarsi con tutta solennità e richiedono una spesa notevole. Le famiglie dei fidanzati sono povere e il matrimonio viene rimandato d'anno in anno, finché un giorno Pasquale decide di ricorrere ad un sotterfugio. Rapirà Angela in modo che il matrimonio diverrà inevitabile e le nozze verranno celebrate in fretta e semplicità. Il piano tacitamente concordato con le famiglie viene messo in esecuzione; ma strada facendo le cose si complicano. Le famiglie, che dovrebbero fingere di litigare, litigano sul serio. Angela non se la sente di trascorrere la notte con Pasquale, ma alla fine quel che doveva succedere, succede. Malgrado l'incomprensione dei parenti, i due innamorati, che hanno vissuto la loro prima notte nuziale, vanno in chiesa e si sposano.
CRITICA:
"E' tutto un'altalenare di trasporti e di ripicche, di fremiti e ironie, che dà alla prima parte del racconto un suo frequente incanto, rivelandoci un De Santis quasi inedito, sollecito verso il richiamo delle proprie origini (...). Giova soggiungere che gli attori hanno coadiuvato il regista come meglio non si sarebbe potuto".
(Giulio Cesare Castello, "Cinema", 146/147, dicembre 1954)
NOTE:
- CONSULENZA PER IL COLORE: DOMENICO PURIFICATO.NASTRO D'ARGENTO 1955 A MARCELLO MASTROIANNI COME MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA. PREMIO PER LA MIGLIORE FOTOGRAFIA A COLORI AL FESTIVAL DI SAN SEBASTIAN (1955)
Chi vede una frattura tra questa leggiadra favola di campagna e il resto dell’opera desantisiana si sbaglia. In Giorni d’amore il regista comincia il recupero di quella tendenza all’accumulazione dei tratti narrativi che aveva messo in mostra soprattutto nei suoi esordi. Una vena favolistica era sempre stata presente nel mondo interiore di De Santis (basta andare a rovistare tra le sue prime prove letterarie per constatarlo). Era un po’ la controcoscienza del suo impegno sociale, di quel comunismo fiammeggiante che sostanzia il suo epos. In qualche modo, del resto, Giorni d’amore sviluppa il discorso intrapreso con la storia della popolana Anna Zaccheo. Al centro di entrambi i film è il matrimonio, mito femminile fondante per la società italiana (lo spiega esplicitamente il soggetto di questo sesto lungometraggio del regista). E, non a caso, troveremo il mito del matrimonio al centro di tanti altri film di De Santis, finanche in La garçonnière e in Un apprezzato professionista di sicuro avvenire. Il fatto è che per il regista di Caccia tragica (anche lì la possibilità del matrimonio divideva Giovanna da Lilì Marlene) la storia, il conflitto, l’evento sociale rilevante passa sempre attraverso il corpo femminile, o comunque attraverso un corpo d’amore, attraverso il suo sognare. Il matrimonio può essere tanto un dramma quanto una favola. La Fondi di Giorni d’amore è l’ultima Brigadoon del Neorealismo.
La donna è il centro dell’universo desantisiano: questo vuol dire che spesso la donna è una vittima consacrata. Sul suo corpo – ecco un’altra chiave per analizzare l’erotismo desantisiano – passano le ruote di un carro sovraccarico dei miti e delle menzogne della società italiana del dopoguerra. Per questo motivo, probabilmente, le bellezze desantisiane hanno tratti così ben determinati: sono vagamente giunoniche perché devono sopportare il peso di tanti affronti, sono malinconiche perché scontano il peccato della loro diversità, si sono fatte astute perché spesso sono state ingannate, si mostrano superbe perché sono stanche di tante umiliazioni. E il loro aspetto statuario (si pensi alla Mangano di Riso amaro o alla Pampanini di Anna Zaccheo) contrasta sempre con una timida sete di felicità, con la loro predisposizione al sogno. Giorni d’amore trasferisce in ambito contadino una problematica molto simile a quella che Un marito per Anna Zaccheo svolgeva in un ambito urbano: l’impossibilità di realizzare il matrimonio. E il matrimonio vuol dire felicità. È rilevante notare come l’ambito urbano di Un marito per Anna Zaccheo sia legato alla forma del melodramma, mentre quello contadino di Giorni d’amore sia invece legato alla forma della comedy. La terra, cioè il legame con la natura, ha un suo ruolo positivo. Attraverso la terra si può accedere alla felicità. Ripensiamo all’happy end di Caccia tragica, laddove gli uomini della cooperativa tirano addosso al bandito redento manciate di terra in segno di buon augurio. In Giorni d’amore quel tema viene ripreso – ancora una volta nel finale – laddove Angela e Pasquale, presto imitati dal nonno e dagli altri familiari, gettano palate di terra in un fosso. Per anni questo fosso ha costituito il confine tra due piccole proprietà: adesso, riempito di terra, diverrà fonte di lavoro per i novelli sposi. E tutti si danno da fare per “riempire quel vuoto di terra”. L’Italia del dopoguerra aveva una gran fame di terra. Dal punto di vista stilistico, sia nel finale di Giorni d’amore che in quello di Caccia tragica, la terra introduce un certo tipo di costruzione della sequenza, basato sul crescendo. È un luogo stilistico che De Santis potrebbe aver derivato da King Vidor (in un’intervista rilasciata a Renata D’Agostino, Gino Frezza, Rosario Rinaldo e a chi scrive, il regista americano spiegava esplicitamente di aver usato questo genere di costruzione nei suoi film e di averlo a sua volta mutuato da David W. Griffith): lo ritroviamo pure nel finale di Riso amaro e in una famosa sequenza di Il sole sorge ancora di Vergano, che Carlo Lizzani analizza bene nel suo saggio su Risa amaro: “Il prete dice le litanie e i contadini rispondono, prima uno, poi tre, dieci, cento, mille ora pro nobis”. Rispetto ad Un marito per Anna Zaccheo, Giorni d’amore, presenta anche un altro importante elemento di novità: si tratta, infatti, del primo film a colori di De Santis. Per questo esordio (la pellicola era la vecchia ma valorosa Ferraniacolor), il regista si servì della collaborazione artistica di un suo illustre compaesano, il pittore Domenico Purificato, il quale – come sappiamo – aveva un insospettabile passato di redattore di “Cinema” vecchia serie, al principio degli anni Quaranta.
Purificato, naturalmente, si limitò a fornire una consulenza, dando indicazioni sulla base delle quali sia lo scenografo (Ottavio Scotti) che il direttore della fotografia (il grande Otello Martelli) impostarono il loro lavoro. Il risultato è uno stranissimo naif cinematografico, che si adatta bene al tono lieve del racconto di Giorni d’amore. Giustamente Farassino, nella sua monografia su De Santis, definisce il film un esempio di Neorealismo “non rosa ma caleidoscopico”.
Stefano Masi, De Santis Il Castoro cinema, 1981
Caro Amico dicono che I files non esistono se puoi far qualcosa per favore
ResponderEliminargrazie
Larry
Larry
EliminarI link sono online. Prova a scaricare con JDownloader. Anche copiare e incollare ogni link in una nuova finestra.
Luck.
Gracias Amarcord por este De Santis. Me estoy encontrando con joyas ahora que retorno a tu página. En un momento se hizo muy difícil de bajar por ZippyShare, pues solo era posible hacerlo con una velocidad decente después de la medianoche. Y estaban también los capchas de cada fragmento. Era pasarse la noche en blanco. Ahora sigue siendo imposible antes de la medianoche pero en cambio ya no hay capchas, así que se pueden programar las bajadas tranquilamente y poder dormirUna pena que esto llegue cuando llegó el fin del blog
ResponderEliminarIgual mucha suerte en todo lo que hagas, amigo. Tu aporte al buen cine y la cultura italiana será imborrable