ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




sábado, 6 de noviembre de 2021

La gatta in calore - Nello Rossati (1972)

TÍTULO ORIGINAL
La gatta in calore
AÑO
1972
IDIOMA
Italiano y Español (Opcionales)
SUBTÍTULOS
Español, Inglés y Francés (Opcionales)
DURACIÓN
86 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Nello Rossati
GUIÓN
Nello Rossati
MÚSICA
Gianfranco Plenizio
FOTOGRAFÍA
Joe D'Amato
REPARTO
Eva Czemerys, Silvano Tranquilli, Anthony Fontane, Renato Pinciroli, Ada Pometti, Attilio Duse, Ennio Biasciucci, Belinda Bron, Franco Riccioni, Maria Luisa Salmaso, Sergio Serafini, Lucia Smaniotto
PRODUCTORA
Peg Produzione, Rewind Film
GÉNERO
Drama | Erótico

Sinópsis
Un hombre regresa a casa, donde la esperaba su esposa, después de un viaje de negocios y se encuentra un cadáver en su jardín. (IMDB)
***
Antonio compie molti, troppi viaggi di affari. La moglie, nella sua solitudine, ha stretto una relazione con un tipo poco raccomandabile. Antonio torna da uno dei suoi viaggi e trova in giardino il cadavere dell'amante della moglie. (Film Scoop)
 
2 
4 

A dispetto del titolo fuorviante che potrebbe far pensare ad un banale filmetto sexy o porno-soft, questo film di Nello Rossati è invece un buon thriller erotico a tinte morbose molto ben interpretato da una Eva Czemerys in ottima forma che dà vita ad un interessante ed inquieto personaggio combattuto tra la noia del rapporto coniugale e l’attrazione per un giovane e attraente vicino di casa che andrà a sfociare in un rapporto ricco di colpi di scena. La sceneggiatura si dipana a colpi di flashback sin dalle prime battute in un continuo rincorrersi di incastri temporali ed è una scelta felice perchè l’attenzione dello spettatore è sempre desta, anche se il ritmo è un po’ cadenzato in diversi passaggi. Rossati dimostra di saperci fare sia come sceneggiatore sia come regista imbastendo una storia piuttosto semplice ma efficace realizzata ottimamente grazie ad una sicura padronanza del mezzo cinematografico e alla buonissima interpretazione soprattutto della Czemerys (ma anche di Silvano Tranquilli), senza dimenticare la perfetta fotografia di Aristide Massaccesi/Joe D’Amato. Co-protagonista è il fratello del regista, Tony Rossati, che per l’occasione sfoggia lo pseudonimo di Anthony Fontane. All’epoca fu vietato ai minori di 18 anni (che esagerazione!) e fu sponsorizzato da uno dei flani più belli e accattivanti che io ricordi: “Vive per amare alla ricerca continua di qualcosa di ‘nuovo’ per la soddisfazione dei sensi, nel film più stimolante, più piccante, più spregiudicato dell’anno.”

Antonio (Silvano Tranquilli) è un ingegnere di successo sposato con la giovane e bella Anna (Eva Czemerys). Preso dagli impegni del suo lavoro che lo portano spesso anche all’estero, Antonio lascia frequentemente sola Anna per lunghi periodi nella solitudine della loro esclusiva villetta a due piani. Un giorno, tornando a casa nel tramonto di un pomeriggio autunnale, ha la sgradita sorpresa di trovare il cadavere di un uomo colpito alla testa riverso nel suo giardino di casa. Perplesso e sconvolto, copre il corpo con delle foglie secche affinchè lo stesso non sia clamorosamente visibile dall’esterno e, per occultarlo ancora meglio, lo copre del tutto (ma senza schiacciarlo) parcheggiandovi la sua auto sopra. Entrato in casa, trova la moglie in stato confusionale accasciata su una sedia e con la pistola sul tavolo. La donna gli racconta, in un turbinio di flashback, la sua fatale attrazione per il giovane e attraente nuovo vicino di casa (Anthony Fontane), maturata durante i lunghi e monotoni giorni di assenza del marito. Dapprima infastidita (e forse anche ingelosita) dagli schiamazzi notturni e dal continuo andirivieni di giovani donne da casa del ragazzo, Anna confessa di esserci entrata sempre più in confidenza finendo con il consumare con lui focosissimi e appassionati rapporti sessuali, anche insieme ad altre ragazze, in un gioco erotico sempre più intenso e morboso. Al culmine di uno di questi giochi erotici, Anna racconta di averlo ucciso sparandogli un colpo di pistola alla testa dopo che si era introdotto in casa sua con due amici per avere un incontro a quattro. I due ospiti occasionali, spaventati dalla pistola, se l’erano data a gambe velocemente prima che la cosa degenerasse in tragedia. Antonio, che resta sempre e comunque innamorato di sua moglie, ascolta in silenzio tutte queste rivelazioni e, nonostante la sua disperazione, decide comunque di aiutare la donna a nascondere il corpo altrove. Mentre i due tentano di spostare la macchina impantanata nel fango sopraggiunge a sorpresa il portiere ficcanaso che si offre di aiutarli: per non destare sospetti fanno buon viso a cattivo gioco e non lo allontanano, pur vivendo attimi di grandissima tensione. Finalmente la macchina viene spostata ma sotto le foglie il corpo non c’è più…

Purtroppo ancora inedito in dvd sia in Italia che all’estero, il film è ancora oggi visionabile solo in edizione vhs. I misteri dell’home video… Le musiche di Gianfranco Plenizio sono assolutamente fantastiche (un autentico tripudio della musica lounge ’70!) e il tema principale “Voce d’amore”, sublimato dalla struggente e incredibile voce di una Edda Dell’Orso che non fa più notizia, regala brividi ad ogni ascolto. Magnifico.
https://ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com/2013/03/11/la-gatta-in-calore-1972/

Imprenditore di successo, Antonio (Tranquilli) torna a casa una sera dopo la solita dura giornata di lavoro e trova nell'ordine: cadavere in giardino malamente coperto dalle foglie e moglie affranta (Czemerys) seduta al tavolo della cucina con pistola davanti. Lui non sa che dire e lei non parla. Per un po' stanno in silenzio, poi scattano i flashback che cominciano col farci conoscere la vittima (Fontane), un giovane artista venuto a vivere nella villa a fianco. Dissoluto come vuole il luogo comune, attraente, circondato da ragazze, di certo qualcuno da invidiare per la povera donna, che passa tutte le giornate a casa da sola girandosi i pollici in attesa che il marito torni per poi vederselo crollare addormentato come un piombo dopo essersi spogliata per una serata di fuoco. Si procede quindi su binari paralleli: passato e presente raccontano due storie diverse, per quanto si capisca come la fine della seconda coinciderà con l'inizio della prima. Che l'uomo l'abbia ucciso lei pare non ci sian dubbi, resta da capire perché. Intanto, hitchcockianamente, l'anziano sorvegliante della zona (Pinciroli) entra nel giardino privato della coppia per spegnere i fari della Maserati lasciati accesi e la tensione sale, dal momento che il cadavere non l'ha ancora spostato nessuno. Di far denunce alla polizia i due non paiono avere alcuna intenzione e per il momento lui vuol capire cosa sia accaduto. Una scappatella? Certo, c'è anche quello dietro, perché mica si può lasciar sempre la moglie da sola a casa a non far niente, no? Così subentrano i filosofeggiamenti dell'artista sulla vita e sull'amore mentre ci facciamo progressivamente una chiara idea di chi mai possa essere la gatta in calore del titolo. Da scoprire non c'è molto (giusto la protagonista, che infatti non si fa pregare) e più che verso la primaria impostazione da thriller ci si indirizza lentamente verso il melodramma (c'è di mezzo pure la droga), salvo ritornare su piste più nere in chiusura. Qualche bell'esterno cupo nel comprensorio (anche con pioggia) ben fotografato da Massaccesi, un colpo di scena finale francamente patetico, un Tranquilli diligente e una Czemerys piuttosto antipatica nonché troppo fredda rispetto alle promesse del titolo. Tutto comunque a suo modo torna ed è già qualcosa, anche se la parte centrale con le avventurette extraconiugali non ha alcun trasporto e quando si parla di amore un certo imbarazzo s'avverte subito. Superficialmente disegnata la figura dell'artista (che Anthony Fontane poco riesce a ispessire) e canonico lo svolgimento, trattato troppo scolasticamente. Per fortuna ci son le buone musiche di Gianfranco Plenizio a regalarci quel flavour Anni Settanta che non guasta mai...

MARCEL M.J. DAVINOTTI JR.
https://www.davinotti.com/film/la-gatta-in-calore/8864

Antonio regresa a su casa después de una ajetreada temporada en viaje de negocios. Por motivos de trabajo se ve obligado a pasar mucho tiempo fuera. En el camino de vuelta a su hogar, mientras conduce, espera con ansias poder abrazar de nuevo a Anna, su mujer.

Pero le espera una ingrata sorpresa: Al llegar se encuentra en el jardín el cuerpo inerte de un hombre. Es el vecino de la villa de al lado. Hay manchas de sangre alrededor de la casa. Cuando Antonio entra, se espera lo peor. Pero encuentra a su mujer sentada en la cocina, aunque bastante aturdida e incapaz de articular palabra. Junto a ella, en la mesa, hay una pistola. Todo parece indicar que Anna mató al vecino. Antonio vuelve a salir al jardín y tapa el cuerpo, así como las huellas de sangre. Vuelve a entrar en la casa, dispuesto a escuchar el relato de su esposa acerca de cómo se desarrollaron los acontecimientos.

Antonio imagina al principio que el vecino la atacó, y que ella actuó en defensa propia. Pero la realidad es mucho más compleja. Anna se viene abajo y termina confesando que tenía una relación con el vecino.

A modo de flashback, la apesadumbrada mujer inicia a contar qué fue lo que la llevó a buscar la compañía de ese individuo.

Massimo, el vecino, no hacía mucho que se había mudado allí. Ellos tampoco llevaban demasiado tiempo casados. Las constantes ausencias de su marido comenzaban a exasperar a Anna. Ella veía, a través de la ventana, cómo Massimo llevaba a su casa a multitud de mujeres; casi una diferente cada noche. El vecino, además de playboy ex-presidiario, comienza a ejercer una extraña fascinación en la aburrida mujer. A ella, inicialmente, él le provoca repulsion; por su comportamiento extravagante y excesivamente donjuanesco. Llega a protestar a la administración de la vecindad diciendo que “hace demasiado ruido cada noche con sus mujerzuelas”. Pero pronto, Anna se da cuenta de que a ella le gustaría ser una de esas mujerzuelas… pues en el fondo es una “gatta in calore” (gata en celo).

Una noche, Anna escucha como unos asaltantes propinan una brutal paliza al vecino. Se acerca a su casa cuando los agresores se han marchado y se encarga de curarlo (él dice que los individuos que le golpearon eran los maridos de las mujeres con las que se acostaba). A partir de ese momento, el pendenciero Massimo y la burguesa Anna se convierten en amantes.

Antonio escucha todo eso incrédulo e irritado, bebiendo un coñac detrás de otro. De vez en cuando sale al jardín, para evitar que los pasantes descubran el cuerpo. Una especie de sereno que hace sus rondas y un lechero durante el reparto están a punto de encontrarlo – oculto tan solo por una montaña de hojas.

Antes de acudir a la policía, Antonio quiere saber en qué circunstancias se produjo el homicidio. Para Anna explicar eso parece ser todavía más difícil que reconocer su adulterio…

Comentario

Curioso thriller estructurado a base de intercalar eventos del pasado a modo de flashback mientras los dos personajes principales (Antonio y Anna) se encuentran mayormente en la cocina de su casa. Aunque la trama gira en torno a un asesinato, el estilo y la forma de tratar la narración (tanto en lo visual como a lo que respecta a la estructura) hacen que la película se aleje bastante de los cánones habituales del giallo. Cuenta además con un final sorpresa.

Desde el primer momento sabemos quién es el “asesino”, pero ignoramos cuál fue su motivación al momento de disparar. Hay pocos personajes y ello es de agradecer, pues un giallo o thriller con demasiados sujetos implicados en la acción tiende a volverse confuso.

Hay algunas escenas subidas de tono – la actriz Eva Czemerys, que interpreta a la infiel Anna, ha colaborado en varias “comedias sexy a la italiana”, en algunas “nunsploitation” o en producciones softcore como el peplum erótico “Poppea… una prostituta al servizio del impero” (Alfonso Brescia, 1972).

El realizador de “La Gatta in Calore” Nello Rossati es un cineasta poco conocido, pero sí son bastante más célebres en el mundo del celuloide el ayudante de dirección Lamberto Bava (hijo de Mario) y el director de fotografía Aristide Massaccesi a.k.a. Joe D´Amato.

FHP, enero de 2016
https://alucinecinefago.wordpress.com/2018/02/17/la-gata-en-celo-nello-rossati-1972/


No hay comentarios:

Publicar un comentario