TÍTULO ORIGINAL
Il testamento di Mario Monicelli
AÑO
2010
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
8 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Daniele Ciprì, Franco Maresco
GUIÓN
Daniele Ciprì, Franco Maresco
FOTOGRAFÍA
Daniele Ciprì
REPARTO
Documental, (intervenciones de: Mario Monicelli)
PRODUCTORA
La 7
GÉNERO
Documental. Comedia | Cortometraje. Documental sobre cine. Comedia negra
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Ed è ancora su questa falsariga, a metà tra omaggio e scaramanzia, che si erano mossi nel 2006 Daniele Ciprì e Franco Maresco in una bellissima puntata del programma I migliori nani della nostra vita. In procinto di partire per le riprese in Tunisia de Le rose del deserto, spalleggiato di volta in volta da Tatti Sanguineti e dal critico Gregorio Napoli, Monicelli si muove sapido fra teschi e tombe, scherza sull’altro vegliardo Manoel De Oliveira, idolo indiscusso della cinefilia mondiale («Io non vedo l’ora che muoia, sennò rimango sempre in second’ordine»: ma il portoghese riuscirà a batterlo almeno all’anagrafe, morendo nel 2015 a 106 anni suonati), soprattutto, memore del fasto funebre riservato a Fellini e a Sordi, si preoccupa di come la sua morte «verrà festeggiata [sic!] dal comune di Roma», all'epoca guidato da Walter Veltroni. «Meglio sotto una duna del deserto…», incalza l’inconfondibile voice over di Maresco. «…Che sotto una lastra al Campidoglio», conclude Monicelli, con un mezzo sorriso.
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https://www.doppiozero.com/materiali/mario-monicelli-uno-nessuno-centomila
Durante la trasmissione I migliori nani della nostra vita (ai tempi dell’uscita di Le rose del deserto, ultimo film del maestro) il grande Mario Monicelli parla con Franco Maresco e Daniele Ciprì (che ormai non fanno più coppia) e il critico (s)cult Gregorio Napoli.
Tra battute folgoranti come “Io non vedo l’ora che muoia Manoel de Olivera, così sono in secondo piano”, Monicelli parla a lungo della sua morte e scrutando tra le righe (ma nemmeno troppo) è possibile leggere un vero e proprio testamento morale.
Monicelli è stato talmente grande che un ulteriore omaggio non glielo si può negare. Mica come la teodem (termine che detesto) Paola Binetti che è addirittura uscita in parlamento con discorso anti-eutanasia accusando la famiglia del regista di averlo lasciato solo. Certa gente dovrebbe pensare prima di parlare. O meglio stare zitta a prescindere.
https://www.cineblog.it/post/25829/mario-monicelli-e-il-video-testamento-a-cipri-e-maresco
Ciprì e Maresco: Il testamento di Mario Monicelli
Maresco: Meglio dunque sotto una duna del deserto
Monicelli: che non sotto a una lastra in Campidoglio
Epitaffi:
Nessuno lo salutò mai per primo.
Non cedette mai a nessuna attrice.
Muoiono solo gli stronzi.
Fellini, Pasolini, Buñuel, e aggiungo anche Monicelli tra i maestri di Ciprì e Maresco. Perché quei film capolavoro, come “I soliti ignoti” (1958), sbrigativamente definiti come commedia all’italiana, ripresi in seguito fino all’esaurimento delle formule e delle varianti, hanno trovato in Ciprì e Maresco, nel loro cinema “funereo”, nuova vita. Come omaggio al Maestro che se n’è andato, con un salto “Cinico” fedele ai copioni dei suoi film, propongo queste interviste che raccolgono le sue volontà. Un omaggio anche al cinema di C&M con la speranza che almeno loro, fino a quando sono ancora in vita, resuscitino.
(Ho incontrato Monicelli diversi anni fa, a Londra, fresco di studi di cinema. Gli feci notare, con l’ingenuità dei giovani, quanto Allen avesse “citato” “I soliti ignoti” in “Small Time Crooks”. Lui non si scompose più di tanto, sembrava non aver neanche visto il film di Allen, e mi sorrise con il suo simpatico ghigno come a dirmi: “ma cosa vuoi che me ne importi…” Ciao Mario).
Abele
https://neobar.org/2010/12/02/cipri-e-maresco-il-testamento-di-mario-monicelli/
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