TÍTULO ORIGINAL
La matassa
AÑO
2009
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Italiano e Inglés (Separados)
DURACIÓN
98 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giambattista Avellino
GUIÓN
Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Francesco Bruni, Fabrizio Testini, Giambattista Avellino
MÚSICA
Paolo Buonvino
FOTOGRAFÍA
Roberto Forza
REPARTO
Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Anna Safroncik, Claudio Gioè, Pino Caruso, Tuccio Musumeci, Domenico Centamore, Mario Pupella, Mariella Lo Giudice, Giovanni Martorana, Gino Astorina, Maria Di Biase, Marzia Cavallo
PRODUCTORA
Tramp Ltd, Medusa Produzione
GÉNERO
Comedia
Ficarra e Picone sono simpatici e hanno delle facce da cinema. L’opposizione dei caratteri e la dimensione surreale della loro comicità è tale che sul grande schermo riescono a rendere di più sia di coppie come Ale e Franz e i Fichi d’India, sia nei film attuali del trio Aldo, Giovanni e Giacomo che sembrano aver dato il meglio in passato. Dopo il loro approdo sul grande schermo con Nati stanchi del 2001 diretto da Dominick Tambasco, hanno diretto il loro primo film, Il 7 e l’8, nel 2006 assieme a Giambattista Avellino. Come in La matassa, anche in quel film erano due personaggi con caratteristiche diverse; uno era uno studente di Giurisprudenza fidanzato e figlio di un colonnello dei carabinieri mentre l’altro un ladro e taroccatore che è nato nel suo stesso giorno. In quest’ultimo film invece sono due cugini che non si parlano da anni dopo che i loro genitori hanno litigato quando erano bambini per questioni di eredità. Ora sono due trentenni che conducono delle esistenze completamente diverse, ma un giorno le loro vite si incrociano nuovamente.
Certamente la struttura di La matassa è fragile ed è legata soprattutto ai duetti tra i due comici. Ficarra sembra il capocomico, Picone la spalla ma a volte i ruoli sembrano invertirsi. Non mancano i momenti divertenti come lo scambio delle chiese, quello in cui il cugino fa credere all’altro (grazie a uno scambio di analisi mediche) che gli resta poco da vivere per poter così prendere possesso dell’albergo. Forse il film ha il fiato corto nella costruzione del ‘gioco degli equivoci’; quando il film infatti abbandona momentaneamente i suoi personaggi per dare più spazio alla storia, ecco che finisce per ingarbugliarsi, soprattutto nella parte finale in cui c’è quel gioco di inseguimenti di malavitosi che vogliono il pizzo o di russi che vogliono far sposare la sorella per farle ottenere la cittadinanza italiana. Gli stessi personaggi secondari (la risata dell’imbranato figlio del boss, i poliziotti che fumano, il portiere dell’albergo un po’ troppo invadente) possono risultare divertenti all’inizio, ma poi rischiano di diventare ripetitivi. La matassa è sicuramente un film garbato e controllato ma non si distingue dalla linea di quelli degli altri comici. Risulta divertente quindi nei tempi dei singoli sketch ma non sostiene i tempi medi della durata di un film. Per quello ci vuole un altro spessore che i due comici ancora non hanno.
Simone Emiliani
https://www.sentieriselvaggi.it/la-matassa-di-giambattista-avellino-salvatore-ficarra-valentino-picone/
Per la terza volta, dopo Nati Stanchi, del 2001, e Il 7 e l’8, del 2006, Ficarra e Picone, il duo comico del palcoscenico di Zelig, tornano sul grande schermo con un commedia diretta da loro stessi con Giambattista Avellino, sceneggiatore (Casa Vianello), autore tv (Le Iene, Quelli che il Calcio) e regista tv (Un posto al sole).
La matassa, questo è il titolo del nuovo film di Ficarra e Picone, sarebbe potenzialmente una pellicola sufficientemente godibile, ma è sviluppata con, forse, troppa convinzione e certezza di ruoli; è priva di quel rischio furbo e di quella sperimentazione senza respiro che potrebbe far superare alcuni stereotipi, evitando così una piattezza di contenuto che fa sorridere, certo, ma per lo più provoca un effetto rievocativo, del già visto e già sentito.
Il duo comico siciliano è un punto a favore dei produttori nel successo di questo film.
Il risultato che ne deriva, però, è uno “Zelig da grande schermo”, dove Ficarra e Picone reinterpretano il loro solito ruolo del finto forte e del tenero arguto. Ciò non toglie che La matassa sia spiritosa, ma quel tocco in più di sradicamento dal palcoscenico avrebbe senz’altro giovato alla disinvoltura dello script e ai personaggi stessi.
Vanno, tuttavia, riconosciuti due meriti, uno è da attribuire al trio registico, che ha saputo cogliere con sfizio le espressioni mimiche, che valgono più delle parole, dei due protagonisti, che il loro mestiere lo sanno fare. L’altro va dato alla comicità, che, nonostante sia fin troppo soft, riesce nel suo intento di far sorridere senza scadere nella facile volgarità.
La matassa racconta la storia di due cugini, Gaetano (Salvatore Ficarra, i cui dialoghi strillati sono anche alquanto fastidiosi nella prima parte del film) e Paolo (Valentino Picone), che non si parlano da vent’anni. Il motivo? Un litigio tra i rispettivi padri, di cui con il tempo se ne sono anche scordate le cause, come in ogni famiglia degna di questo nome, restandone solo l’orgoglio e il suo rancore.
Gaetano è un affarista, direttore di un’agenzia di dubbia moralità, il cui fine è far sposare stranieri con italiani, per avere il permesso di soggiorno.
Paolo è un ipocondriaco, ha ereditato dal padre un alberghetto, che con il passare del tempo è diventato una stamberga.
Nel ruolo di intermediario tra di loro agisce il saggio don Gino (Pino Caruso).
Sempre, come in ogni buona famiglia, nulla riavvicina più di un matrimonio e/o un funerale.
Qui si tratta di un funerale, anche se nel riavvicinamento il bizzarro destino ha contribuito a far rincontrare i due cugini che si troveranno, battibeccando, a dover sgarbugliare la matassa degli intricati rapporti familiari e a salvare, dal pizzo, l’albergo di famiglia.
https://www.nonsolocinema.com/La-Matassa-di-Ficarra-Picone-e_15463.html
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