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miércoles, 11 de agosto de 2021

Giulietta e Romeo - Renato Castellani (1954)

 

TÍTULO ORIGINAL
Giulietta e Romeo 
AÑO
1954
IDIOMA
Inglés y Español (Opcionales)
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
138 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Renato Castellani
GUIÓN
Renato Castellani. Obra: William Shakespeare
MÚSICA
Roman Vlad
FOTOGRAFÍA
Robert Krasker
REPARTO
Laurence Harvey, Susan Shentall, Flora Robson, Norman Wooland, Mervyn Johns, John Gielgud, Bill Travers, Sebastian Cabot, Lydia Sherwood, Ubaldo Zollo, Enzo Fiermonte, Giovanni Rota, Giulio Garbinetto, Nietta Zocchi
PRODUCTORA
Coproducción Italia-Reino Unido; The Rank Organisation, Universalcine
GÉNERO
Romance

Sinopsis
Adaptación del clásico de William Shakespeare. La versión de Castellani es probablemente la mejor gracias, sobre todo, a la fidelidad al texto y al acierto de las localizaciones. Los escenarios veroneses, donde se supone que ocurrieron los hechos, son fotografiados admirablemente por Robert Krasker. En 1954 la película fue elegida como mejor film inglés por la British Academy Awards. (FILMAFFINITY)

Premios
1954: Venecia: León de oro
1954: Premios BAFTA: 3 nominaciones, incluyendo Mejor película y film británico
1954: Círculo de Críticos de Nueva York: Nominada a mejor película y mejor director
1954: National Board of Review: Top Mejores películas extranjeras y Director

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Più che altro, Giulietta e Romeo è passato alla storia per aver vinto il Leone d’Oro nell’anno di Senso, La strada, I sette samurai, Fronte del porto, L’intendente Sansho. La vittoria, piuttosto contestata allora e alquanto discutibile col senno di poi, fu patrocinata direttamente dalla Democrazia cristiana, allarmata che la giuria potesse premiare un film italiano diretto da un nobile comunista che contestava la narrazione ufficiale del Risorgimento (Senso, nella fattispecie).

Nonostante i due riconoscimenti ricevuti dalla statunitense National Board of Review per il miglior film straniero e soprattutto per il miglior regista (unico italiano assieme a Vittorio De Sica e Roberto Rossellini), oggi ricordiamo di più i lavori di Visconti e Fellini che ebbero la peggio all’epoca, mentre l’adattamento del capolavoro di William Shakespeare è stato via via sotterrato dal tempo e dalla fortunatissima trasposizione che Franco Zeffirelli realizzò nel 1968.

Com’è possibile che un film per il tempo così atteso, costruito, pensato, studiato, sontuoso sia fatalmente tramontato, non solo in sé ma anche rispetto alla filmografia di Renato Castellani: ai racconti del dopoguerra come Mio figlio professore e Sotto il sole di Roma e mélo tipo il garbato I sogni nel cassetto e il furibondo Nella città l’inferno, insomma, Giulietta e Romeo è qualcosa di minore, irrisolto, mancato.

Eppure Castellani ci lavorò parecchio su, scrivendosi da sé la sceneggiatura intersecando il testo originale con altre novelle del Cinquecento in grado di restituire il contesto sciale e culturale, non riducendosi a rimettere in scena l’opera ma intrecciando Shakespeare con Luigi Da Porto per trasmettere l’idea che i due giovani quattrocenteschi fossero precursori dell’umanismo del Rinascimento.

Girato quasi una ventina d’anni dopo lo strano adattamento di George Cukor dove i protagonisti erano praticamente trenta-quarantenni per assecondare il divismo di Norma Shearer, il film sulla carta avrebbe dovuto segnare una sintesi armonica tra l’esigenza del produttore Sandro Ghenzi di cavalcare il successo di Due soldi di speranza con un’operazione poco rischiosa e internazionale e il desiderio di Castellani di accordare le proprie ambizioni autoriali ad un prodotto fastoso e coerente col suo percorso.

L’idea cara al regista del conflitto tra persone e società, nelle dinamiche di una faida nobiliare, dovrebbe esaltarsi qui nel realismo di un apparato di location che è un complesso puzzle geografico dell’Italia tra il Nordest e la Toscana, attraverso uno sguardo ben cosciente dell’arte figurativa di fine Quattrocento che trionfa nei cromatismi di Robert Krasker, curiosamente impegnato anche su Senso dopo la morte di G. R. Aldo.

Quindi, insomma, cos’è che non torna? Non tornano il cuore, il pathos, l’emozione. Domina un certo accademismo che non sa far pulsare le immagini. Il latitante carisma dei protagonisti è un problema enorme dal momento che tutta la storia, conosciuta anche dalle pietre, deve comunque suscitare trepidazioni e tormenti. Freddo e calligrafico, ecco, rassicurante, certo, ma senza la schiettezza necessaria al contrastato love affair tra i rampolli di due famiglie nemiche.
https://lorciofani.com/2018/11/10/italia-50s-24-giulietta-e-romeo-renato-castellani-1954/


Attenzione critica
Renato Castellani vinse il Gran Premio alla Mostra del Cinema di Venezia per il suo film del 1954 di Romeo e Giulietta . Il suo film contiene scene interpolate destinate a stabilire il sistema di classe e il cattolicesimo della Verona rinascimentale e la natura della faida. Alcuni dei cambiamenti di Castellani sono stati criticati come inefficaci: il dialogo interpolato è spesso banale e le apparizioni del Principe vengono reimmaginate come audizioni formali, minando la spontaneità della difesa di Benvolio del comportamento di Romeo nella scena del duello. I ruoli principali di supporto sono notevolmente ridotti, compreso quello dell'infermiere; Mercuzio diventa (nelle parole di Daniel Rosenthal) "il più piccolo dei cammei", così come Tebaldo, e Frate Laurence "un irritante dither", anche se Pauline Kael , che ha ammirato il film, ha elogiato la performance di Mervyn Johns , sostenendo che ha trasformato il Frate da una fastidiosa presenza a "un piccolo uomo raggiante e sciocco". I cambiamenti più importanti di Castellani relativi al personaggio di Romeo, tagliando o rimuovendo scene che coinvolgono i suoi genitori, Benvolio e Mercuzio per evidenziare l'isolamento di Romeo, e inserendo una scena di addio in cui Montague tira freddamente il figlio bandito dall'abbraccio di addio di Lady Montague. Un'altra critica mossa dalla studiosa di cinema Patricia Tatspaugh è che il realismo delle ambientazioni, così accuratamente stabilito in tutto il film, "va seriamente fuori dai binari quando si tratta della volta dei Capuleti". Castellani utilizza immagini visive concorrenti in relazione ai personaggi centrali: grate minacciose (e le loro ombre) in contrasto con frequenti inquadrature ottimistiche del cielo azzurro. L'incontro fatale tra Romeo e Tebaldo non è qui una vera lotta; il furioso Romeo si precipita semplicemente da Tebaldo e lo accoltella, cogliendolo di sorpresa. Un noto Romeo di scena, John Gielgud , ha interpretato il coro di Castellani (e riprenderà il ruolo nella versione di Shakespeare della BBC del 1978 ). Laurence Harvey , nei panni di Romeo, era già un attore cinematografico esperto, che avrebbe presto assunto ruoli destinati al compianto James Dean in Walk on the Wild Side e Summer and Smoke . Al contrario, Susan Shentall, nei panni di Juliet, era una studentessa di segreteria che è stata scoperta dal regista in un pub di Londra, ed è stata scelta per la sua "pelle dolce e pallida e capelli biondo miele". Ha superato le richieste del ruolo, ma si è sposata poco dopo le riprese e non è più tornata sullo schermo. Anche altre parti erano interpretate da attori inesperti: Mercuzio era interpretato da un architetto, Montecchi da un gondoliere di Venezia e il Principe da un romanziere. I critici hanno risposto al film come un pezzo di cinema (le sue immagini erano particolarmente ammirate in Italia, dove è stato girato) ma non come una rappresentazione dell'opera di Shakespeare: Robert Hatch in The Nation ha detto "Eravamo venuti a vedere una commedia ... forse non dovremmo lamentare che ci hanno mostrato una sontuosa diario di viaggio", e ora recensore s 'ha aggiunto che 'di Castellani Romeo e Giulietta è una poesia bel film ... Purtroppo è non è la poesia di Shakespeare!' La risposta commerciale al film è stata deludente. Un giornalista lo ha definito "il flop incontrastato dell'anno".
https://it.abcdef.wiki/wiki/Romeo_and_Juliet_(1954_film)

 


La pittura nel cinema: Giulietta e Romeo
http://abbracciepopcorn.blogspot.com/search/label/Renato%20Castellani

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