ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




miércoles, 22 de mayo de 2013

Piccole labbra - Mimmo Cattarinich (1978)


TITULO ORIGINAL Piccole labbra
AÑO 1978
IDIOMA Dual (Italiano e inglés, en pistas separadas)
SUBTITULOS No
DURACION 86 min.
DIRECCION Mimmo Cattarinich
GUION Mimmo Cattarinich, Daniele Sánchez
MUSICA Stelvio Cipriani
FOTOGRAFIA Sandro Mancori
MONTAJE Raphael De La Queva
REPARTO Pierre Clémenti, Katya Berger, Ugo Bologna, Bárbara Rey, Michele Soavi, Maria Monti, José Luis López Vázquez
PRODUCTORA Coproducción Italia-España; Alba Cinematografica / Estela Films / Films Dara
GENERO Drama

SINOPSIS Paul, un famoso escritor en sus treinta, deja el hospital militar donde ha sido tratado de varias heridas de guerra, que le han dejado impotente. Su condición hace que busque una nueva vida en el campo, donde conoce a Eva, la nieta de uno de los granjeros del lugar. La niña de doce años le ayuda a aceptar su condición física, pues la inocencia de la adolescencia no pide nada que él no pueda dar. (FILMAFFINITY)



Paul, ufficiale asburgico, nel corso della prima guerra mondiale è finito in ospedale per una ferita le cui conseguenze sono la zoppia, il morale a pezzi e gravi problemi sessuali. Isolatosi nella propria casa di campagna vi incontra Eva, una maliziosa orfana di dodici anni allevata dagli zii.
Film piuttosto didascalico sull'amicizia "particolare" di un uomo maturo con una ragazzina. Dentro ad una sceneggiatura semplice e fin troppo lineare Clementi riesce a dare credibilità al tormento interiore del suo personaggio, sempre in bilico tra l'amore innocente, quasi paterno e la forte tentazione erotica. Molte le scene di nudo della Berger, all'epoca tredicenne: ecco perché il film è introvabile, nonostante un approccio per nulla morboso ad una tematica diventata l'ultimo invalicabile tabù della nostra società.
http://h33t.com/details.php?id=976c2cda0fdd502d88b7c6568c4431c2ed1a0351
---
Piccole labbra è un film del 1978 diretto da Mimmo Cattarinich, ex-fotografo di scena per Pasolini, Fellini, Lizzani e Ferreri, qui alla sua unica regia cinematografica.

Trama
L'ufficiale viennese Paul torna dalla Grande Guerra nella sua tenuta di campagna - curata dai suoi domestici Franz e Anna - mutato nel carattere. Era un uomo che amava soprattutto le donne, e i suoi ricordi sono pieni di amplessi passionali, ma le sue giornate sono silenziose e malinconiche. Una ferita di guerra lo ha privato della capacità di avere rapporti amorosi. L'amicizia con Eva, una dodicenne implume ma già morbosetta per conto proprio, gli fa sperare di poter intrecciare una relazione erotica ma casta al contempo. Scrive anche un romanzo dove fa di Eva la protagonista (ed infatti l'intitola "Storia di Eva"). Il gioco però non dura a lungo, Eva lo tradisce con leggerezza con uno zingaro. L'ufficiale non trova motivo per continuare a vivere e si spara un colpo di pistola alla tempia. Il fotogramma finale mostra l'ultima pagina del suo romanzo, la cui frase conclusiva recita pessimisticamente «ma la natura, che credeva sconfitta, l'uccise».

Critica
« Piccole labbra ha le sue piccole ambizioni: lecite, ma contraddittorie come la ruffiana ambiguità del titolo. Da una parte s'avvolge nel richiamo un poco torbido del cinema di erotismo infantile, dall'altra s'addentra con opportuni indugi in un capitolo di letteratura decadente. C'è un personaggio che non può amare e una bambina che vuol essere iniziata all'amore. Non è necessario richiamare l'invenzione di Lolita per dire il peso delle bambine nei libri e sullo schermo. Piccole labbra s'apparenta piuttosto a film come Maladolescenza dove c'erano le acerbe e goffe nudità di Eva Jonesco. Qui il livello, bisogna riconoscere, è un poco più alto [...]. Poteva essere un capitolo di letteratura scritto in modo intenso; il regista, fotografo di nascita, l'ha ricoperto di ricerche decorative, di bei paesaggi, di passeggiate, di colazioni sull'erba, di torbidi interni, di nudità fanciullesche, di riflessioni fuori campo come si usa nei più abili romanzi per uomini. E' stato elegante, ma anche pruriginoso; e in queste convergenti debolezze stanno le caratteristiche di un film che si sforza di stare difficilmente in bilico tra i generi e di affidarsi ad un pubblico più indulgente che morboso. Le musiche di Stelvio Cipriani cercano, naturalmente, di addolcire gli sforzi e le situazioni. »
(Stefano Reggiani, La bambina e il reduce viennese, in «La Stampa», n° 82, 14 aprile 1979, pag. 7)
http://it.wikipedia.org/wiki/Piccole_labbra_(film)


IL FILM:
Paul (Clementi [già visto in film come IL CONFORMISTA e PARTNER di Bertolucci, I CANNIBALI della Cavani, LA VITTIMA DESIGNATA di Maurizio Lucidi e SWEET MOVIE: DOLCE FILM di Dusan Makajev]) è un giovane scrittore austriaco appena tornato dalla Prima Guerra Mondiale nella sua tenuta in mezzo ai boschi (dove, a parte i suoi ‘servitori’ Franz e Anna [Bologna e Monti]), non c’è nessuno ad attenderlo. Con delle (fin troppo per lo spettatore) lunghe passeggiate, ritrova la pace e la tranquillità scordate al fronte (di cui vediamo alcune brevi sequenze), ma qualcosa lo tormenta. Cerca di parlarne anche al suo confessore (Muller), ma senza riuscirci. Tra i tormenti anche quelli della sua amante, ormai perduta, Christa (la notevolissima Rey, già miss Spagna 1970,  oggi affermata conduttrice televisiva che vediamo impegnata con il protagonista in alcuni flashback erotici abbastanza spinti). Cerca anche di mettere su carta le sue sensazioni per l’abbozzo di un romanzo (che l’editore [Vazquez] spinge perchè lo scriva), ma qualcosa lo blocca. Un giorno, mentre si veste, vede dalla porta socchiusa, due curiosi occhietti grigi che lo osservano di nascosto e che, una volta scoperti, fuggono. Ci mette nulla ad aprire la porta, ma chi li ha ‘indosso’ non c’è già più. Scoprirà, poco dopo, che appartengono ad Eva (Berger: figlia di William; all’inizio di una carriera che non la porterà molto lontano), una bellissima dodicenne figlia di una sorella di Franz nel frattempo morta. Paul viene non poco turbato dalla ragazzina che, da parte sua, sembra conoscere tutti i trucchi per tenerlo al guinzaglio. Comunque, per un po’, la vita sembra riaprirsi per il giovane che porta Eva in giro come fosse sua figlia (sebbene i suoi sentimenti siano tutt’altro che platonici); per lei si rade i baffetti (invero palesemente finti) che portava da anni e per lei arriva anche a concludere (e a pubblicare con successo) il romanzo che non riusciva a mandare avanti. Ma l’incontro di Eva con un giovane giocoliere (Soavi, che non dice una parola), farà precipitare tutto verso la tragedia.

COMMENTO:
Dopo il successo (più di immagine che  di cassetta) di MALADOLESCENZA (di Pier Giuseppe Murgia, 1977), il cinema italiano (non necessariamente solo) basso, si buttò su uno dei territori più rischiosi mai affrontati: quello dell’amore (e del sesso)  pedofilo. Il primo fu Samperi che, nello stesso anno, uscì con NENE’ (con Leonora Fani), l’anno dopo arrivò Massimo Pirri con L’IMMORALITA’ (con Lisa Gastoni e Mel Ferrer), ma fu il ’79 l’anno, per così dire, d’oro del ‘genere’. Infatti arrivarono ben tre film sull’argomento: MALABIMBA (di Andrew White – cioè Andrea Bianchi – con tale Katell Laennec), LIBIDINE (di Jonas Rainer – alias Raniero Di Giovambattista – con Cinzia De Carolis) e questo di cui parlo. Invero prima di tutti questi, nel 1974, vennero realizzati LE FARO’ DA PADRE (di Alberto Lattuada con Luigi Proietti e Teresa Ann Savoy) e LA NIPOTE (di Nello Rossati, con Francesca Muzio), ma nonostante quello che si può pensare, i film non avevano particolari pruriti pedofili e sia la Savoy che la Muzio erano palesemente ex-adolescenti. Qui, invece, si pesca a piene mani nel torbido. Ad onor del vero bisogna dire che, rispetto ai primi due (un hard a tutti gli effetti il primo – ma con la protagonista sempre controfigurata -) ; un soft core, ma spintissimo (e con una scena di penetrazione non simulata, ma controfigurata anch’essa, con un pitone) il secondo . PICCOLE LABBRA (un titolo pazzesco a pensarci oggi), aveva altre pretese. A partire dalla fotografia tutta flou di Sandro Mancori che ricordava quella dei coevi ed altrettanto noiosi lavori di David Hamilton e di Eriprando Visconti. Fortunatamente il protagonista è un vero attore e bravi sono  anche tutti gli attori di contorno a partire dallo storico caratterista Ugo Bologna in una parte più ‘umile’ di quanto si sia trovato in genere ad interpretare (in genere commendatori e/o industrialotti). Discorso a parte lo merita la splendida allora dodicenne Katya Berger che non nega nessun nudo, neanche ravvicinato. Cosa pensare? Che le ragazzine di allora erano più ‘mature’ di quelle di adesso? Possibile. Certo è che, stringi stringi, qualunque fossero le intenzioni del regista (fotografo al suo unico film), il tutto si riduce a cercare qualsiasi scusa per mostrare nuda la protagonista. Personalmente, curiosità d’epoca a parte, non capisco proprio cosa si possa trovare di interessante nel corpo di una bambina (e nel caso della Berger, e per assurdo, non ci si può neanche ‘attaccare’  ad una fisicità, per così dire, in fiore, visto che il suo corpo era ancora proprio quello di una bambina). Oltretutto il regista spreca quello che di più bello la giovanissima attrice aveva (e sicuramente ancora ha): lo sguardo. Uno sguardo e un volto magnetici che catturavano l’attenzione dello spettatore senza bisogno d’altro e che, invece, il regista mostra in una sequenza truccata in tale maniera che invece di sembrare una ‘donna in fiore’, fa l’effetto della bambina che dice (con la zeppola) ‘buonissimissimissime’  nella pubblicità delle sottilette. La copia da me vista è quella doppiata in inglese del dvd americano. Dura 77' contro gli 86' originali, ma non nega nessuna delle sequenze in cui la Berger si mostra in ‘nature’ Probabilmente ne fanno le spese i personaggi di Christa e del prete (oltre che, sembra, una calda scena che vede impegnato Bologna con non so chi [Marco Giusti dixit]). Belle le musiche di Cipriani. 
http://roelbos.blog.tiscali.it/2009/09/29/piccole_labbra_2010601-shtml/?doing_wp_cron

No hay comentarios:

Publicar un comentario