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lunes, 7 de diciembre de 2020

Il sapore del grano - Gianni del Campo (1986)


 TÍTULO ORIGINAL
Il sapore del grano
AÑO
1986
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
93 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gianni Da Campo
GUIÓN
Gianni Da Campo
MÚSICA
Franco Piersanti
FOTOGRAFÍA
Emilio Bestetti
REPARTO
Lorenzo Lena, Marco Mestriner, Alba Mottura, Egidio Termine, Mattia Pinoli, Paolo Garlato, Elena Barbalich, Elisabetta Barbini, Efisio Coletti, Maria Baldo, Michele Pastre, Marina Vlady
PRODUCTORA
Antea Cinematografica, RAI 3
GÉNERO
Drama | Homosexualidad. Amistad

Sinopsis

Lorenzo, un atractivo profesor de primer año en un aislado pueblo italiano, cae bajo el hechizo de uno de sus alumnos, un soñador de doce años de edad llamado Duilio. A medida que la relación de Lorenzo con su novia se deteriora, se estrechan los lazos con su jovencísimo estudiante. Cuando su idílica amistad es cuestionada por la madrastra de Duilio, Lorenzo entra en una crisis de conciencia. (FILMAFFINITY)

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Sub 

Il film, sincero ma non privo di qualche ingenuità, è un delicatissimo ritratto di una civiltà che sta scomparendo e di un'affinità elettiva che si viene ad instaurare tra due esseri umani. Il titolo rimanda alla genuinità della terra e della sua schietta civiltà ed insieme a quell'età in cui - proprio come il grano che non è ancora diventato pane - la fanciullezza non ha ancora lasciato il posto alla maturità.

L'atmosfera particolare, elegiaca e sommessa, che avvolge il film, girato con mezzi limitati ma con molta cura, rimanda ad un tempo indistinto. Ed in effetti il soggetto di Da Campo risale ad un ventina di anni prima.

Quando Lorenzo, il protagonista, arriva nel paesino del Veneto ai confini col Friuli, gli si apre davanti un mondo ancora incontaminato e dai saldi valori, capace di dargli quell'affetto di cui lui, come tutti, ha bisogno.

Ad offriglielo in particolare è il dodicenne Duilio, a dimostrazione che non vi è un'età per amare. Il ragazzo, scavalcando ogni remora culturale e di educazione, ama Lorenzo, a cui si offre con la totalità e naturalezza tipica di quell'età.

Di fronte a quella pura forza di sentimenti, Lorenzo, già maturo, reagisce con difficoltà e non riesce a rifiutare, pur in realtà volendolo, i modelli di comportamento della società; così respinge il ragazzo, lasciandolo nello sconforto e castrando il suo stesso, puro desiderio.

Nel film questo viluppo di paure ed attrazioni non dà però luogo ad un dramma, anche se a volte - come nel finale - è toccante ed emoziona, ma piuttosto ad una sofferta serenità, con un pudore che non lascia mai spazio alla morbosità o alla volgarità. Una visione soffusa che fa sì che non si vada mai oltre ad un bacio appena accennato (anche se bisogna ricordare che il film, incredibilmente, è finito nelle grinfie della censura). Un'oggettività che, se sembra il segno dell'equilibrio stilistico dell'opera, può essere letto anche come un paravento per non emettere giudizi su un tema così scabroso. Ma il giudizio c'è, basta leggerlo fra le righe.

Gli attori sono tutti bravi, in particolare il bel Lorenzo Lena e il giovane Marco Mestriner.
Vincenzo Patanè
https://www.culturagay.it/recensione/11024 

“Il sapore del grano” è un film misconosciuto del 1986, firmato da Gianni Da Campo e riscoperto dal Milano Film Festival (che lo “offre” in anteprima a Mix 2012) per la retrospettiva “Italia 80. Quando la televisione provò a mangiarsi il cinema”, nata - spiegano i direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini - per raccontare un decennio in cui “il sistema cinema ha dovuto fare i conti con la televisione commerciale”.

Un film piccolo quello di Da Campo, girato con pochi attori e pochi mezzi (ma presentato a alla Mostra di Venezia), ma che ha al suo centro il tema dell’identità sessuale, che qui va pericolosamente a scontrarsi con la (potenziale) pedofilia.

Lorenzo è un giovane supplente, ancora studente universitario a Venezia ma fortunato nell’ottenere una sostituzione annuale in una scuola media di paese. Il suo approccio è poco convenzionale e un po’ malvisto dal preside (che gli contesta di aver usato con gli alunni il “brutale” termine “partorire” invece del più consono “comperare un bambino”, o di leggere loro un libro di Vitaliano Brancati, all’indice per i buoni cattolici...).

Solo, in una terra rurale che gli è estranea, Lorenzo instaura con uno dei suoi alunni, Duilio, un rapporto speciale che sembra il preludio a qualcosa di più, e di peggio. E’ l’opinione almeno della madre del bambino, che forse ha capito il “professore” meglio di quanto non abbia fatto lui stesso...

Reperto interessante di un cinema non così lontano nel tempo come potrebbe sembrare, “Il sapore del grano” - al tempo vietato ai minori di 14 anni, anche per alcune scene disinibite tra Lorenzo e la sua amante - prova a collocarsi nella parte iniziale nello stesso “campo da gioco” di un capolavoro come “Diario di un maestro” di De Seta, con alcune cadute successive però da commediaccia di serie B (le citate e pretestuose scene “osé”).

Lo spessore emotivo del ruolo del giovane professore, combattuto tra i suoi sentimenti, uomo-oggetto di una donna che ama (o crede di amare) e ammirato - anche troppo - dal suo studente preferito avrebbe avuto bisogno poi di un attore decisamente più capace ed espressivo di Lorenzo Lena, belloccio e nulla più.
Carlo Griseri
https://www.cinemaitaliano.info/news/13365/il-sapore-del-grano-una-riscoperta-italiana.html

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