TÍTULO ORIGINAL
I racconti di Viterbury - Le più allegre storie del '300
AÑO
1973
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Opcionales)
DURACIÓN
92 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Caiano
GUIÓN
Mario Caiano
MÚSICA
Franco Bixio
FOTOGRAFÍA
Giovanni Ciarlo
REPARTO
Rosalba Neri, Christa Linder, Peter Landers, Toni Ucci, Orchidea de Santis, Mario Frera, Clara Colosimo, Fausto Di Bella, Linda Sini, Giacomo Rizzo
PRODUCTORA
Jarana
GÉNERO
Comedia | Erótico. Sketches
Il cosiddetto Decamerotico è un filone del nostro cinema di genere durato relativamente poco (sostanzialmente un lustro) e che ha prodotto circa una cinquantina di pellicole tra decamerotici effettivi (ovvero derivanti ed ispirati direttamente dal Boccaccio) e divagazioni varie (Pietro Aretino, Masuccio Salernitano, Ruzante, Chaucer, novelle d'Oriente, etc.), di cui 30 nel solo 1972, una vera invasione. Istituzionalmente lo si situa tra La Betia, Ovvero In Amore, Per Ogni Gaudenzia Ci Vuole Sofferenza ('71), di Gianfranco De Bosio (seppure un po' sui generis come "decamerotico" puro), e Quant'è Bella La Bernarda, Tutta Nera, Tutta Calda ('75), di Lucio Dandolo, un po' l'alfa e l'omega del genere. Il padre ispiratore, suo malgrado (o magari sotto sotto ne è stato contento), è da individuarsi in Pasolini, che con la sua trilogia Decameron (71), I Racconti Di Canterbury (72) e Il Fiore Delle Mille E Una Notte (74) ha sdoganato cinematograficamente molti degli elementi costitutivi del decamerotico: una sessualità aperta e giocosa, una trasgressione autocompiaciuta e ruffiana, un consapevole appeal commerciale nazional-popolare, l'uso dei dialetti, il contesto agreste, rurale e campagnolo, una comicità anche greve, "contadina", basata su istinti primari e un po' animaleschi, tutte condizioni del resto già presenti nelle pagine boccaccesche.
I Racconti Di Viterburi ha la felice intuizione di coniare un titolo che ovviamente cita i Canterbury Tales di Chaucer, trasferendo il tutto in un luogo assai meno evocativo e letterario, l'alto Lazio, altrimenti noto come area della Tuscia, orbitante sostanzialmente attorno alla provincia di Viterbo. Mario Caiano, assunto lo pseudonimo di Edoardo Re, non ci gira manco una scena in realtà, ma vi ambienta la narrazione, costituita da una cornice che raccorda sette episodi di breve durata. Delle lavandaie si intrattengono durante lo spurgo dei panni raccontandosi delle storielle raccolte da testimoni diretti o sentite dire da terzi aventi come argomento unico il sesso declinato in ogni sua variante sociale. Ecco quindi un novello sposino inesperto con la (orribile) moglie la prima notte di nozze, ma assai più produttivo con la suocera; un guelfo che cerca di giacere con la figlia di un nemico ghibellino; una moglie che orchestra contemporaneamente le voglie del marito, dell'amante e di un sacerdote esorcista (e che viene beffata da un tacchino); una monna che finge di essersi presa un granchio nelle pudenda durante un bagno al fiume e che rimedia facendo mettere continuamente delle "esche" agli uomini proprio in quel punto lì; un'altra moglie terrorizzata dal "mostro" che il marito ha tra le gambe, la quale poi, smascherata la terribile creatura, non ne hai mai abbastanza; un'adultera che tradisce il marito con degli amanti che poi vengono spediti a macinare il grano come buoi da lavoro; uno sciupafemmine che gabba il fratello di una delle sue prede rimasta incinta, facendolo carcerare. Il tutto poi si chiude con le stesse lavandaie che saltano orgisticamente addosso ad un drappello di soldati di passaggio, evidentemente stimolate da tutte le facezie ascoltate sin lì.
Siamo all'interno del più tipico prodotto decamerotico, anche se non si fa diretto riferimento a questo o quel novelliere. Le situazioni sono classiche, le licenze tutte amorose, beffarde, adulterine e contadine, le donne solitamente ne escono trionfanti rispetto ai loro compagni, sbeffeggiati a vario titolo. L'intero meccanismo si affida ad attori dal risultato garantito come Toni Ucci, Clara Colosimo, Linda Sini, Giacomo Rizzo e, sul versante delle provocanti bellezze discinte, a nomi di altrettanto sicuro effetto come Rosalba Neri, Orchidea De Santis, Rosemarie Lindt, Christa Linder. Nell'ultimo racconto c'è anche un subliminale riferimento alla coppia comica Bud Spencer/Terence Hill, visto che i due protagonisti (Cecco da Viterbo ed il suo punitore) non solo riprendono fisicamente il celebre duo, ma ne ripetono anche le gesta, durante una scazzottata con degli armigeri platealmente ricavata dalle coreografie ridanciane delle colluttazioni di Spencer e Hill, con effetti sonori, cazzottoni sulla capoccia, velocità parossistica e capitomboli circensi. Come ulteriore collante il martellante motivo "Ah, L'Amore, l'Amore" cantata da Erika Grassi. Le musiche sono curate da Franco Bixio.
https://www.cineraglio.it/racconti-viterburi-le-piu-allegre-storie-del-300/
Il film è composto dei seguenti episodi: 1) Messer Antonio, inesperto con le donne, passa la sua prima notte di nozze con la suocera, che si è offerta di istruirlo. 2) Il ghibellino Menico da Pistoia che ama Tonia figlia del guelfo Jacopo della Quercia, tenta più volte di entrare nella casa della sua bella, passando per la finestra, ma una serie di rovinose cadute lo convincono a rinunciare alla ragazza. 3) Un diabolico tacchino rovina la tresca di una moglie infedele con un frate esorcista. 4) Monna Fiora ricorre a un ingegnoso inganno per far all'amore con il consenso della madre. 5) Gallinella, moglie di Nicolò, ha dapprima paura di consumare il matrimonio, ma quando vi si decide riduce il marito in fin di vita. 6) D'accordo col marito, la moglie di un mugnaio si procura gratis la manodopera, mettendo alla macina i suoi amanti. 7) Cecco da Viterbo si libera con l'astuzia di un uomo, che vorrebbe costringerlo a un matrimonio riparatore con la propria sorella.
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/i-racconti-di-viterbury/22926/
« A ras el éxito de pasoliniana Decameron y Boccaccio de Bruno Corbucci en 1971, la industria del cine italiano se volvió loco en 1972-73, produciendo casi cuatro docenas de imitaciones en dos años! Uno de ellos fue Tales of Viterbury , dirigido por Mario Caiano bajo el seudónimo de "Edoardo Re". Dado que mi vocabulario italiano se limita en gran medida a palabras relacionadas con la comida, no puedo garantizar la completa precisión de lo siguiente, pero hice lo mejor que pude. Como la mayor parte de las imitaciones de Decameron , Tales of Viterburyes una película de época y consta de una serie de episodios. La historia que enmarca: un grupo de mujeres están lavando la ropa y comienzan a contar historias lujuriosas. La historia #1 trata de un joven que se casa con una joven sin haberla visto nunca a la cara (siempre lleva un velo, lo que debería haber sido una señal de advertencia allí mismo, pero su madre pone alguna excusa sobre un voto, etc., y él se enamora de ella). En su noche de bodas, el esposo se sorprende al ver que su novia tiene un cuerpo atractivo pero una cara realmente fea (quiero decir, fea de bruja). Agregue a esto la inexperiencia del joven con el sexo, y la novia queda insatisfecha. Su madre se ofrece como voluntaria para darle al novio algunas "lecciones", pero cuando termina el episodio, la novia frustrada se queda atrapada fuera del dormitorio mientras su madre y su esposo se divierten. La historia #2 se refiere a los diversos intentos de un joven de hacer el amor con su novia, a pesar de la presencia hostil de su padre. Después de numerosos fracasos (se disfraza de espantapájaros y se hace pasar de contrabando al castillo en un barril, entre otros planes), el hombre se da por vencido. La tercera historia es la más larga. Una mujer y su marido mayor (que se parece a Akim Tamiroff o Víctor Alcocer) se mudan a una casa "embrujada". El "fantasma" es el amante de la mujer, que trata de ahuyentar al marido. Sin embargo, el hombre regresa con un exorcista chiflado. El exorcista resulta tener algo por la atractiva esposa, y después de quitarse de en medio al esposo y al amante, comienza a estar ocupado, solo para ser atacado y ahuyentado por un pavo demoníaco. El pavo aparentemente tiene algunas ideas propias...» .
http://www.cinemedioevo.net/film/cine_racconti_viterbury.htm
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