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sábado, 8 de enero de 2022

Per amore di Poppea - Mariano Laurenti (1977)


TÍTULO ORIGINAL
Per amore di Poppea
AÑO
1977
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Italiano (Separados)
DURACIÓN
88 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mariano Laurenti
GUIÓN
Franco Mercuri, Franzesco Milizia. Historia: Franzesco Milizia
MÚSICA
Gianni Ferrio
FOTOGRAFÍA
Giancarlo Ferrando
REPARTO
María Baxa, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Oreste Lionello, Toni Ucci, Alicia Leoni, Tiberio Murgia, Otello Belardi, Percy Hogan, Sergio Sinceri, Ria De Simone, Sergio Leonardi, Ettore Arena
PRODUCTORA
Dania Cinematografica
GÉNERO
Comedia

Sinópsis
En vísperas del desfile militar, la centuria de Vinicius se encontró contando a unos pocos pretorianos en mal estado. Tizio y Caio, dos campesinos reclutados a la fuerza, se disfrazan de mujeres y terminan en un mercado de esclavos donde son comprados por Tigellino que trabaja para Poppea. Feas y torpes, las supuestas Tizia y Caia son tomadas con placer por Poppea, quien así pretende castigar las escapadas de Nerón. (IBS.IT)
 
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Dopo il gran pezzo dell'Ubalda ('72) e la bella Antonia ('72), dopo le vedove inconsolabili ('74), le segretarie ('76) e le compagne di banco ('77), Mariano Laurenti decide che nel novero delle due commedie sexy manca un'incursione nel peplum, nell'epoca dei sandaloni, dei mantelli rosso porpora, dell armature dorate e dei grandi oratori classici. Arriva così nel 1977 Per Amore Di Poppea, dove Poppea è la jugoslava Maria Baxa, accompagnata da un cast non proprio di primi attori ma di generosi caratteristi, come Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Toni Ucci e Oreste Lionello. Nerone (proprio Lionello) imperversa mentre i suoi detrattori fomentano un complotto per deporlo; alla trama segreta aderisce anche sua moglie Poppea. Dentro il groviglio politico finiscono loro malgrado due guitti, due disgraziati senza né arte né parte (D'Angelo e Vitali), venditori di parrucche che per scampare alla leva obbligatoria si fingono donne; ma anche così vengono vendute come schiave da un mercante proprio a Tigellino (Toni Ucci), il quale le mette a palazzo, al servizio personale di Poppea. Scoperta la loro vera identità, l'imperatrice se ne servirà per proteggersi da Nerone, inscenare un sequestro e fuggire. Come è facile immaginare, la trama è poco più che un pretesto per rivestire gli accadimenti di continue situazioni comiche e svestire altrettanto continuamente la Baxa. Impressionante da questo punto di vista il contributo dell'attrice di Belgrado; per 3/4 di film la Baxa recita a seno nudo, per il restante terzo è coperta appena da veli sottilissimi e trasparenti che, se possibile, aumentano ancora di più l'effetto erotico rispetto a quando è completamente nuda, poiché il tessuto esalta i contorni in movimento. Curioso che con un titolo del genere si sia pensato alla Baxa come Poppea poiché, dovendo giocare sul nome del personaggio, la Baxa ha forse appena una terza misura; sarebbe stato facile immaginarsi una Carmen Russo o una Paola Senatore, per dire. Invece con la Baxa si esalta più la seduzione che il volume del seno. La sua bocca è sempre rossa, il trucco è impeccabile, il volto incorniciato da un parruccone ricciolone color corvino, la sua silhouette ondeggia ad ogni passo, e poi c'è la scena del bagno nel latte (più prosaicamente amido di riso) che indubbiamente rappresenta il climax erotico della pellicola.

Per quanto siano scatenati, D'Angelo e Vitali fanno sorridere, qualche volta ci scappa la risata (vedi il passaggio di San Callisto, o la gallina spara uova a mitraglia), ma Per Amore Di Poppea non è certo il film con il quale ci si sganascia dal ridere. Forse il migliore del lotto è Lionello, che infonde al suo Nerone un'area guascona, un po' stordita e stralunata che tutto sommato fa simpatia, giocando spesso su battute non-sense. Nel cast c'è anche Ria De Simone, ma la matrona romana non mostra mai le proprie grazie. Molto di quello che vediamo e sentiamo è frutto dell'improvvisazione quotidiana che gli attori fuori dal set provavano, per poi scegliere le migliori battute create lì per lì da inserire nel film. Al cinema non andò benissimo e Laurenti se ne fece un cruccio. Sull'onda del Caligola brassiano si sviluppò, come era prevedibile, tutto un sotto-filone romanesco scollacciato che vide impegnati per almeno un decennio i vari Bruno Corbucci (Messalina, Messalina!), Bianchi Montero (Le Calde Notti Di Caligola), Bruno Mattei (Nerone E Poppea), Joe D'Amato (Caligola - La Storia Mai Raccontata), fino a Lorenzo Onorati col suo Flavia, Schiava Di Roma; questo Per Amore Di Poppea era sostanzialmente una versione delle commedie sexy delle liceali, delle soldatesse, delle dottoresse e delle poliziotte ambientata ai tempi dell'antica Roma e, nonostante i generosissimi sforzi profusi dalla Baxa, evidentemente non raggiunse come previsto gli spettatori italiani. Nello stesso anno esce anche Nerone, con Pippo Franco nei panni dell'Enobarbo (Lionello c'è, ma in questo caso fa Seneca) e Maria Grazia Buccella in quelli di Poppea, mentre nel '76 sempre Pippo Franco assieme con Enrico Montesano, diretti da Castellacci e Pingitore (registi anche di Nerone), sarà in Romolo E Remo - Stroria Di Due FIgli Di Una Lupa.

https://www.cineraglio.it/per-amore-di-poppea/

Alla vigilia di parate in Roma la centuria di Vinicio si trova a contare pochi e scalcinati pretoriani. Tizio e Caio, due contadinotti reclutati a viva forza, si travestono da donne e finiscono in un mercato di schiave ove vengono prelevati per pochi sesterzi da Tigellino che opera per conto di Poppea. Brutte e sgraziate le presunte Tizia e Caia sono assunte con piacere dalla Divina che in tal modo intende punire le scappatelle ancillari di Nerone. Nel frattempo, caduti nel bel mezzo degli intrighi di palazzo orditi da Seneca, Lucano e Pisone, Tizio e Caio rivelano la propria natura mascolina e si schierano dalla parte di Poppea, giungendo anche a fungere da Pretoriani. Tizio, innamorato della schiava cristiana Lucilla, rischia di finire in pasto ai leoni nell'arena. Infatti proprio i due amiconi, nel corso di una delle loro innumerevoli avventure, hanno dato fuoco alla Urbe e hanno provocata la persecuzione.
 
CRITICA
 
"Patetica commedia parastorica tirata via alla carlona dal recidivo regista senza vergogna Mariano Laurenti ('Ma che musica maestro', 'Il figlioccio del padrino') che ricicla vecchie barzellette e gag delle guerre puniche, appendendole alle formidabili curve della meteora Maria Baxa. All'indecoroso pasticcio partecipa, per qualche sesterzio in più, anche un grande come Alberto Lionello". 
(Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 2 febbraio 2001)
 
 

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