ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




sábado, 16 de enero de 2021

Barnabo delle montagne - Mario Brenta (1994)

TÍTULO ORIGINAL
Barnabo delle montagne
AÑO
1994
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
124 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Brenta
GUIÓN
Francesco Alberti, Mario Brenta, Angelo Pasquini (Novela: Dino Buzzati)
MÚSICA
Stefano Caprioli
FOTOGRAFÍA
Vincenzo Marano
REPARTO
Marco Pauletti, Duilio Fontana, Carlo Caserotti, Antonio Vecelio, Angelo Chiesura, Alessandra Milan
PRODUCTORA
Co-production Italia-Francia-Suiza; Nautilus Films, Les Films Number One, RTSI
GÉNERO
Drama

Sinópsis
Barnabo ha poco più di vent'anni quando entra a far parte del corpo dei guardaboschi e Del Colle, il vecchio comandante, lo accoglie come un figlio. Un giorno Del Colle viene trovato ucciso. Bisogna trovare gli assassini, vendicare il comandante. Pattuglie di guardaboschi e paesani fanno il giro delle montagne. Ma niente, non c'è traccia dei contrabbandieri. Quando ormai le ricerche sono completamente abbandonate, viene, inaspettata la grande occasione. Ma Barnabo se la lascia sfuggire, di fronte ai contrabbandieri ha paura. Viene cacciato dal corpo, scende in pianura, si fa contadino. Dopo lunghi anni ritorna infine in montagna; ma non sarà più riammesso fra i guardaboschi. Molte cose sono cambiate: la polveriera è stata abbandonata e i contrabbandieri sembrano scomparsi per sempre. Non gli resta che accettare di fare il guardiano alla vecchia caserma. Ma, un giorno, tornano anche i contrabbandieri e Barnabo è solo ad accorgersene. Sale in alto sulle rocce, li aspetta non visto. Avanzano lentamente; respiri pesanti, vecchi vestiti, magri e patiti in faccia. I suoi nemici, la causa delle sue sventure sono, come lui segnati dal tempo, stanchi, con i loro affanni. Punta il fucile pronto ad ucciderli. Ma il colpo sembra non arrivare mai. I contrabbandieri passano e se ne vanno come sono venuti, forse per sempre.(http://www.archiviodelcinemaitaliano.it)

Premios
1994: Cannes: Nominada a la Palma de Oro

1
2 
4 
Sub

Il film del 1994, è tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati (uno dei libri più conosciuti e letti del celebre scrittore) ed è stato girato in alta quota, nelle Dolomiti di Sesto e in prossimità delle foci del Po.
La pellicola, Gran Premio al 43° Trento Film Festival 1995, ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica, ricevendo, oltre a quello del festival, numerosi altri riconoscimenti. È stato presentato in concorso al 47. Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio Italia “Cinema e Società” come miglior film dell’anno 1994, il Gran Premio al Festival Internazionale del Cinema Mediterraneo di Montpellier in Francia, il Premio per la miglior regìa e il Premio Speciale della Critica al Festival Internazionale del Cinema Latino a Gramado, in Brasile, il Premio di Qualità del Ministero dei Beni Culturali.
Ambientato negli anni successivi alla guerra del 1915-18, protagonista del film è il ventenne guardaboschi Barnabo che, insieme ai colleghi, vive montando la guardia a una polveriera sperduta tra le montagne. Nella monotonia dei giorni, uguali uno all’atro, è rimasto l’eco della guerra appena finita e il ricordo di Dario, il più coraggioso dei guardaboschi, ucciso dai contrabbandieri. Un giorno anche Del Colle, il vecchio comandante, viene trovato ucciso. Bisogna trovare gli assassini. Pattuglie di guardaboschi e paesani fanno il giro delle montagne. Ma non c’è traccia dei contrabbandieri. Arriva l’inverno, e con la prima neve anche il ricordo del vecchio comandante sembra affievolirsi. Quando ormai le ricerche sono abbandonate, Barnabo si trova improvvisamente di fronte ai contrabbandieri, ma ha paura e se li lascia sfuggire. Il Corpo lo radia e allora Barnabo si trasferisce in pianura, dove diventa contadino. Dopo anni decide di tornare in montagna, senza riuscire, però, ad essere riammesso tra i guardaboschi. Tutto è cambiato, la polveriera è stata abbandonata, i contrabbandieri sembrano scomparsi e Barnabo si accontenta di fare il guardiano alla vecchia caserma. Un giorno, però, si ritrova faccia a faccia con i contrabbandieri: è il solo ad accorgersene, li segue, sale in alto sulle rocce, li aspetta, ma quando sono a tiro, pronto a riscattare la prima volta in cui provò paura di loro, si accorge che, come lui, sono stanchi, vecchi, pieni di affanni. Punta il fucile, pronto a sparare, ma il dito del grilletto rimane fermo, così come il suo sguardo, silenzioso spettatore dei contrabbandieri che passano e se ne vanno.
http://www.mountainblog.it/redazionale/mario-brenta-suo-barnabo-delle-montagne-domani-alla-sat-trento/

 
 
"Nel 1974 Mario Brenta, veneziano, girò 'Vermisat', in Italia passato nel più assoluto silenzio. I francesi invece lo accolsero con un'attenzione tutta particolare, al punto che Mario Brenta poté continuare la sua attività grazie alle offerte di Antenne 2 e La Sépt. La stessa cosa rischia di ripetersi oggi con 'Barnabo delle montagne', che lo stesso regista ha tratto dal primo romanzo di Dino Buzzati, edito nel 1933. (...) Allievo-collaboratore di Ermanno Olmi (che a sua volta da Buzzati ha tratto 'Il segreto del bosco vecchio'), con 'Barnabo delle montagne' Mario Brenta ha realizzato un film ieratico, suggestivo, lirico, dove il silenzio ha il valore di una meditazione e la natura acquista il significato di una contemplazione mistica." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 29 maggio 1994)

"Cinema di volti e di gesti, di respiri pesanti e di ruvidi affanni, di colpe e di coscienza, di riscatto e di espiazione, 'Barnabo' è anche il risultato d'uno sforzo tecnico collettivo mirabile. Marco Pauletti - il bravissimo protagonista - è un guardiaboschi per davvero e Angelo Pasquini (co-sceneggiatore), Vincenzo Marano (direttore della fotografia), Roberto Missiroli (montatore) e Stefano Caprioli (musiche) son tutti artisti-artigiani già affinati all'ombra e sui pendii del nuovo cinema Italiano." (Fabio Bo, 'Vivilcinema')

"Austero, lento, solenne, 'Barnabo delle montagne' è dominato dal silenzio: per due ore tre o quattro paginette di dialoghi. Facili da immaginare le reazioni dello spettatore comune (esiste?): non succede mai niente - bellissimo ma noioso; film da festival, di quelli che piacciono soltanto ai critici (non a tutti). Qualcuno, più sottilmente, parlerà di terrorismo della purezza: un'orgia di ascetismo al rallentatore. (...) Ambientato negli anni successivi alla guerra 1915-18, è un film sullo scorrere del tempo e fuori dal tempo, anche stilisticamente. Frutto di una lunga pazienza (22 settimane di riprese in due anni, Dolomiti di Lavaredo in alta quota e la bassa alle foci del Po), esige pazienza, abbandono, attenzione agli incanti minimi e alle minacce della natura, ai trasalimenti muti del cuore." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 23 maggio 1994)
https://www.comingsoon.it/film/barnabo-delle-montagne/35356/scheda/ 


Più olmiano di Olmi. Il rigore stilistico di Barnabo delle montagne, tratto dal primo romanzo di Dino Buzzati, lascia stupefatti, anche in virtù dell'evidente simbiosi tra regista e racconto originario, tra la silenziosa non-eroicità del protagonista e l'incombente maestosità delle montagne che riescono a creare, pur nella concretezza della finzione cinematografica, un'atmosfera dal fascino austero.
La storia di Barnabo è infatti quella di un uomo delle montagne, "nato" per fare il guardaboschi ma espulso dal corpo per essersi ritratto al primo scontro a fuoco con dei bracconieri. Codardia? Sindrome da non violenza (già al tiro al piccione la sua mano aveva tremato di fronte all'inutilità crudele del gesto)? Barnabo espia la sua colpa lavorando come bracciante nel Polesine, ritrovando se stesso nella quotidianità della fatica (significativo il contatto con la laboriosità femminile che sopravvive al flusso migratorio dei primi decenni del novecento), pronto a ritornare tra le sue Dolomiti quando gli si offre un'altra possibilità di lavoro. Di nuovo a contatto con l'epica tensione delle alte vette, Barnabo avrà occasione di riscatto, ma scoprirà invece nuovi moniti di fraternità e pacifismo. Controcorrente sia nello stile, afasico nel linguaggio verbale, ma sempre efficace nella cadenzata liricità delle immagini (superba la sequenza iniziale), sia nell'umanità
sofferta dei contenuti (non per niente è una delle poche produzioni italiane senza lo zampino berlusconiano), Barnabo delle montagne resta negli sguardi e nell'animo con la stessa intensità emozionale. Certo qua e là, nelle oltre due ore di proiezione, la lentezza si fa estenuante, qualche metro di pellicola può risultare superfluo, ma la struttura narrativa è articolata puntigliosamente, la fotografia di Vincenzo Marano davvero esemplare, la finezza della regia segnalabile anche nella direzione di attori sconosciuti o non professionisti: il linguaggio cinematografico di Mario Brenta è puro ed essenziale come il suo personaggio, un inconsueto monito di cinema e di ideali.
Ezio Leoni
https://www.movieconnection.it/schede/barnabo_montagne.htm 


 

6 comentarios:

  1. i link non funzionano puoi fare qualche cosa?
    Grazie

    ResponderEliminar
  2. GRAZIE SEI GENTILISSIMO
    BUONA GIORNATA

    ResponderEliminar
  3. FUNZIONA SOLO IL PRIMO LIMK

    ResponderEliminar
  4. Mediafire dice che i link 2,3,e 4 non funzionano

    ResponderEliminar
    Respuestas
    1. Modificati tutti i collegamenti e ospitati su un nuovo server

      Eliminar