TÍTULO ORIGINAL
Stella del cinema
AÑO
1931
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
69 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Almirante
GUIÓN
Gian Bistolfi
MÚSICA
Pietro Sassoli
FOTOGRAFÍA
Anchise Brizzi (B&W)
REPARTO
Grazia del Rio, Elio Steiner, Sandra Ravel, Fulvio Testi, Giuseppe Masi, Nino Marchesini, Giovanni Onorato, Olga Capri, Turi Pandolfini, Franco Coop, Augusto Bandini, Giuseppe Pierozzi, Giuseppe Gambardella, Daniele Crespi
PRODUCTORA
Società Italiana Cines
GÉNERO
Comedia. Musical
Il recupero della visione di Stella del cinema girato nel 1931 da Mario Almirante, trasmesso da Rai 3 nel mese di gennaio 2018 e di prossima uscita in DVD per la Ripley’s Home Video, ci ha permesso di riscoprire un’ opera che per le diverse peculiarità che la caratterizzano va a rivestire un ruolo importante non solo nella storia del nostro cinema ma anche a livello internazionale. Ambientato all’interno degli studi cinematografici della Cines di Roma, la pellicola nasce con l’intento della stessa casa cinematografica di mostrare agli spettatori dell’epoca il magico mondo della settima arte visto dal dietro le quinte. La storia segue l’evoluzione della carriera di un’aspirante attrice, interpretata da Grazia del Rio, che da semplice comparsa diventerà film dopo film, come si evince dal titolo, una stella del cinema. Il suo perpetuo movimento da un ambiente all’altro, è finalizzato a permettere a chi è seduto in sala di scoprire i vari reparti dove pezzo dopo pezzo prende forma la pellicola. Si passa in successione dal casting, al set, dai teatri di posa, alla sala costumisti, dalla sala di registrazione fino ad arrivare alla mensa, dove tutte le maestranze si ritrovano a pranzare insieme. Anche se la storia è di finzione c’è un approccio documentaristico nel modo di narrare gli eventi, che serve a soddisfare la curiosità di chi guarda. Molti sono gli attori che prestano la loro faccia nella parte di se stessi, come, per citarne solo alcuni, Armando Falcioni, Dria Paola, Leda Gloria o Isa Pola. In una scena da riscoprire, in quanto fotografia di un’epoca che immortala i pionieri del sonoro nel nostro cinema mentre ridono e scherzano delle loro opere, troviamo seduti allo stesso tavolo, i registi Carlo Campogalliani, Guido Brignone, Gennaro Righelli, lo stesso Mario Almirante e Constatin J. David che in quel periodo stava girando presso la Cines Liebeslied, la versione tedesca de La canzone dell’amore.
L’importanza di questo film di fatto risiede, però, in una scena dove la protagonista aprendo accidentalmente la porta di un bagno rivela al suo interno una donna completamente nuda in piedi in una vasca, con le sue grazie rivolte verso la MDP. La visione del corpo di questa sconosciuta comparsa della durata di pochi secondi, il cui nome difficilmente si potrà mai scoprire, non solo anticipa di ben undici anni la fugace apparizione del seno di Clara Calamai ne La cena delle beffe (1942) di Alessandro Blasetti, che è sempre stato indicato come il primo nudo del nostro cinema, dove lo stesso ci è concesso ammirarlo per soli 16 fotogrammi, meno di un secondo, ma anticipa di due anche Estasi di Hedy Lamarr che fino ad oggi era considerato il film che deteneva il primato per aver mostrato il primo nudo femminile a livello mondiale. L’importanza che riveste la riscoperta di questo film e dei suoi contenuti è di aggiungere nuovi elementi alla ricostruzione, tramite il cinema, dei costumi di un tempo, e di come questi fossero tollerati in modo più permissivo da una censura che non vedeva nel nudo un decadimento morale, cosa che succederà purtroppo con l’avvento della Repubblica.
Roberto Zanni
https://cinemaitalianodatabase.com/2018/04/11/stella-del-cinema-1931-di-mario-almirante-recensione-del-film/
Operazione culturale di ampio respiro compiuta da Ripley’s Home Video che lancia la collana Perduti nel buio, dedicata ai film invisibili del cinema italiano, proponendosi di rendere fruibile nel tempo un vero e proprio patrimonio di celluloide.
Il primo lavoro pubblicato è Stella del cinema di Mario Almirante (Molfetta, 1890 – Roma, 1964), regista che proviene da una famiglia di artisti, padre di Giorgio, futuro segretario del Movimento Sociale Italiano. Almirante passa al cinema dopo aver lavorato in teatro, dirige alcuni film di successo del muto come Il marito in campagna (debutto, del 1920), Il fornaretto di Venezia (1923), Napoli che canta (1927), La compagnia dei matti (1928); due lungometraggi del sonoro come La stella del cinema (1931) e Fanny (1933), per finire la carriera nelle vesti di direttore del doppiaggio.
Stella del cinema è un importante lavoro di metacinema, vero e proprio cinema nel cinema e sul cinema, attuale ancora oggi, utilissimo per un cinefilo desideroso di apprendere i segreti del mestiere e di capire come si svolgeva il lavoro negli Stabilimenti Cines, attivi dal 1930 al 1935, per cedere il passo – dopo un grave incendio degli studi – alla futura Cinecittà. La storia narrata da Almirante (scritta da Bistolfi e Ciarocchi) è molto convenzionale, profuma di telefoni bianchi e di fotoromanzo, sceneggia le vicissitudini di due innamorati che vogliono fare gli attori, ma solo la donna riesce a sfondare e mette in crisi il rapporto. Lieto fine assicurato, comunque, dopo il grande successo di un onirico Venere 1980, interpretato dalla nuova diva, che il fidanzato si gode nel cinema affollato prima di decidere di spedire un mazzo di rose e invitare la ragazza a una cena che li farà tornare di nuovo insieme.
Stella del cinema viene presentato in DVD dopo un delicato lavoro di restauro e digitalizzazione compiuto dal negativo originale con la conservazione di gran parte del sonoro in presa diretta, registrato in Photophone. Mario Almirante gira un film interessante portandoci alla scoperta della Cines e dei suoi stabilimenti, ma anche di attori e maestranze, mettendo in evidenza i cartelloni del cinema e alcune sequenze cinematografiche riprese in diretta. Vediamo scenografie e balletti, colonne sonore registrate in studio, trucchi ben congegnati (la lite con caduta di un fantoccio dal tetto), persino un rapido nudo nel bagno, i costumi, la mensa, le prove prima di andare a girare. Seguiamo le gesta di un maturo regista come Masi – chiamato ancora direttore – che per girare Venere 1980 decide di cambiare attrice perché insoddisfatto della protagonista, lanciando una nuova stella nel firmamento cinematografico.
Un film girato molto bene, ricco di dettagli, panoramiche e soggettive, con una macchina da presa inquieta che spazia senza soluzione di continuità dalla fiction agli elementi documentaristici. Il risultato finale è una sorta di documentario sul cinema sonoro, giustificato da una storia d’amore convenzionale tra due giovani attori, montato con tempi rapidi dallo stesso regista che recita un breve cameo. Vediamo molti attori, musicisti e registi in brevi apparizioni per interpretare loro stessi: Gambardella, Falconi, Franca, Gloria, Pola, Paola, Brignone, Sacripante, Ninchi, Albani, Martinelli, Campogalliani e Righelli. Interessante negli extra la rivista Cines n. 10 che contiene filmati curiosi e brani musicali, brevi spezzoni documentaristici girati in varie parti del mondo e presentati prima del film. Tra le sequenze più suggestive, impaginate con rapidità nel cinegiornale e anticipate da titoli di colore bianco scritti in corsivo, ricordiamo un piccolo trombettiere statunitense, un rodeo, i grattacieli e il valzer, le macchine per il benessere e le macchine per distruggere, i suonatori d’armonica.
La critica del tempo non è tenera con Almirante, ma neppure la contemporanea rivaluta più di tanto un film che invece rappresenta uno spaccato di storia, adesso che non può essere accusato di mera pubblicità della Cine.
Giordano Lupi
https://www.futuro-europa.it/28650/cultura/stella-del-cinema-film-1931.html
Stella del cinema (1931) [3 errori]
Continuità: [N° 113098] Stabilimenti CINES, esterni. 3'57" Un'auto entra in campo dalla sinistra schermo. Osservare la terra battuta davanti alle ruote anteriori: è completamente al sole e non ci sono pozzanghere. Nuovo ciak, stesso tempo, controcampo e primissimo piano dell'avantreno, all'ombra e con una pozzanghera davanti alla ruota sinistra.
Continuità: [N° 113099] 6'38" Inquadrato dal basso un argano orizzontale in cima ad un palazzo. Osservare la corda avvolta attorno al tamburo dell'attrezzo: al ciak seguente (stesso tempo, controcampo dall'alto) cambia la sua disposizione.
Curiosità: [N° 113100] Grazia del Rio (di spalle in primo piano) apre una porta: stanza da bagno. 8'03" Nudo integrale di anonima (e racchia) comparsa femminile, piuttosto osé per il 1931.
http://www.bloopers.it/testo/index.php?id_film=14926&Lettera=S
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